Lavoro a ostacoli nelle Marche, donne e giovani fuori dal mercato

L’analisi nel Piano triennale per le politiche attive deliberato dalla Regione

Lavoro a ostacoli nelle Marche, donne e giovani fuori dal mercato
Lavoro a ostacoli nelle Marche, donne e giovani fuori dal mercato
di Martina Marinangeli
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Martedì 10 Ottobre 2023, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 15:09
ANCONA Il mondo del lavoro si tratteggia a luci ed ombre nelle Marche. Se è vero che cala la disoccupazione, di pari passo si contrae anche il dato dell’occupazione, in un’eterna bilancia che restituisce l’immagine plastica dello stallo. E le proiezioni da qui al 2026 non lasciano intravedere orizzonti migliori. Per invertire il trend, la Regione ha deliberato il Piano triennale per le politiche attive del lavoro 2024/2026, prevedendo una cura da cavallo da 349.869.637 euro - tra fondi Pnrr e nuova programmazione europea - da tradurre in politiche attive del lavoro e formazione. Risorse destinate soprattutto alle fasce più deboli della popolazione, ovvero donne, giovani under 35 e over 50, che faticano a trovare una collocazione nel mercato del lavoro.  


Il quadro regionale


Basteranno le misure introdotte dal Piano a colmare i gap anagrafici e di genere? Ai posteri l’ardua sentenza. Intanto, dall’analisi del contesto occupazionale stilata dalla Regione, emerge come, per le unità di lavoro nel 2023 sia stima una crescita nelle Marche pari alla metà di quella nazionale (+0,9% contro +1,8%) e negli anni seguenti si attende una dinamica simile a quella nazionale ma meno favorevole nel 2024 (+0,7% contro +0,8%). Quanto al tasso di disoccupazione, invece, il vantaggio delle Marche nei confronti del Paese dovrebbe accentuarsi nel corso del 2023 (5,4% per la regione contro 7,9% per l’Italia) per ridursi leggermente nei due anni successivi e tornare ad ampliarsi nel 2026 (5,5% contro 7,8%). 


Le prospettive


Sulla base di questi indicatori del mercato del lavoro e sulla scorta di quelle che sono le indicazioni europee ed internazionali, «anche nelle Marche - si legge nel Piano, che ora dovrà passare al vaglio del Consiglio regionale - è evidente che donne, giovani (in particolare i Neet, ovvero giovani che non studiano, non lavorano e non frequentano percorsi di formazione), soggetti in età più avanzata e che perdono l’occupazione si trovano in maggiori difficoltà».

Per questa ragione, le politiche del lavoro e della formazione per il triennio 2024-2026 dovranno essere prioritariamente indirizzate ai «soggetti che hanno maggiori difficoltà ad inserirsi o reinserirsi in esso o che comunque incontrano ostacoli nel partecipare agli interventi di politica attiva, e che quindi necessitano di azioni maggiormente mirate ai propri fabbisogni». Ma perché donne e giovani rappresentano fasce così tanto critiche in termini di occupabilità? Nel primo caso, spiega il documento stilato dalla Regione, «le donne sono sottorappresentate nel mercato del lavoro a causa delle difficoltà di equilibrio e di conciliazione tra lavoro e responsabilità familiari, difficoltà che ne causano una fuoruscita precoce per molte di loro. Inoltre, le donne, essendo le principali utenti dei congedi familiari, continuano ad interrompere le loro carriere frequentemente e per lunghi periodi, rendendo più difficile il rientro lavorativo».

Lo stallo

Uno stallo di genere - a cui si aggiunge la disparità retributiva rispetto agli uomini - che nel 2023 fotografa una situazione quantomeno anacronistica. Tra le misure mirate che intende mettere in campo Palazzo Raffaello in questo senso, c’è la «diminuzione del rischio di permanenza delle donne in una condizione di non lavoro di lunga durata» e la «promozione della cultura della conciliazione, investendo in misure di conciliazione della vita professionale e familiare». Quanto ai giovani, una delle maggiori criticità riguarda la scarsa esperienza che possono vantare ai colloqui di lavoro. Dunque è prevista «l’attivazione di tirocini formativi e borse lavoro presso aziende e istituzioni pubbliche o private, per permettere ai giovani di acquisire esperienza sul campo» e «servizi di consulenza e orientamento individuali, con azioni orientative che valorizzino le propensioni e le attitudini dei ragazzi». Nella teoria è tutto molto bello, ora bisogna vedere se la traduzione nella pratica sarà all’altezza delle aspettative.
 

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