Il quadro regionale
Basteranno le misure introdotte dal Piano a colmare i gap anagrafici e di genere? Ai posteri l’ardua sentenza. Intanto, dall’analisi del contesto occupazionale stilata dalla Regione, emerge come, per le unità di lavoro nel 2023 sia stima una crescita nelle Marche pari alla metà di quella nazionale (+0,9% contro +1,8%) e negli anni seguenti si attende una dinamica simile a quella nazionale ma meno favorevole nel 2024 (+0,7% contro +0,8%). Quanto al tasso di disoccupazione, invece, il vantaggio delle Marche nei confronti del Paese dovrebbe accentuarsi nel corso del 2023 (5,4% per la regione contro 7,9% per l’Italia) per ridursi leggermente nei due anni successivi e tornare ad ampliarsi nel 2026 (5,5% contro 7,8%).
Le prospettive
Sulla base di questi indicatori del mercato del lavoro e sulla scorta di quelle che sono le indicazioni europee ed internazionali, «anche nelle Marche - si legge nel Piano, che ora dovrà passare al vaglio del Consiglio regionale - è evidente che donne, giovani (in particolare i Neet, ovvero giovani che non studiano, non lavorano e non frequentano percorsi di formazione), soggetti in età più avanzata e che perdono l’occupazione si trovano in maggiori difficoltà».
Lo stallo
Uno stallo di genere - a cui si aggiunge la disparità retributiva rispetto agli uomini - che nel 2023 fotografa una situazione quantomeno anacronistica. Tra le misure mirate che intende mettere in campo Palazzo Raffaello in questo senso, c’è la «diminuzione del rischio di permanenza delle donne in una condizione di non lavoro di lunga durata» e la «promozione della cultura della conciliazione, investendo in misure di conciliazione della vita professionale e familiare». Quanto ai giovani, una delle maggiori criticità riguarda la scarsa esperienza che possono vantare ai colloqui di lavoro. Dunque è prevista «l’attivazione di tirocini formativi e borse lavoro presso aziende e istituzioni pubbliche o private, per permettere ai giovani di acquisire esperienza sul campo» e «servizi di consulenza e orientamento individuali, con azioni orientative che valorizzino le propensioni e le attitudini dei ragazzi». Nella teoria è tutto molto bello, ora bisogna vedere se la traduzione nella pratica sarà all’altezza delle aspettative.