ANCONA - «Le Marche risultano tra le regioni più arretrate sotto il profilo della trasformazione digitale». L’indicazione è emersa dallo studio, curato e presentato ieri da Camera Marche e sistema accademico marchigiano sui nuovi modelli di business e competitività delle imprese. Il gruppo di docenti delle Università di Camerino, Macerata e Urbino è coordinato dall’Università Politecnica delle Marche.
Il rettore Univpm Gian Luca Gregori ha sottolineato che «i limiti infrastrutturali sono notoriamente rilevanti, anche se alcuni miglioramenti sono stati conseguiti in quest’ultimo periodo.
Le domande online, con firma digitale, vanno inviate attraverso lo Sportello on line “Contributi alle imprese” nel sistema WebTelemaco di Infocamere – Servizi e-gov, dalle 9 del 6 giugno alle ore 19 del 20 giugno (info su www.marche.camcom.it). In tema di finanziamenti l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Mirco Carloni ha poi presentato le nuove misure: 4,2 milioni per la digitalizzazione dei processi produttivi (2,5 milioni riservati alle imprese dell’area sisma) e 2 milioni (la metà riservata alle imprese del cratere) per la digitalizzazione nella funzione di vendita e diversificazione dei mercati. Le domande possono essere inviate dal 16 maggio al 30 giugno sulla piattaforma informatica Sigef (info su regione.marche.it).
«Il fatto che 4 Università ragionino insieme sulle strategie per la digitalizzazione commentato - ha commentato Sabatini - e che Regione e Camera presentino misure di sostegno alla pmi sullo stesso tema, sulla base di risorse e azioni concertate rappresenta un grande passo in avanti per nulla scontato nel quadro delle politiche industriali di territorio un clima ed un modus operandi che ci vede giù uniti sul fronte dell’internazionalizzazione e del turismo che speriamo continui a svilupparsi».
All’incontro ha preso parte Mattia Fantinati, presidente di Internet Governance Forum, che ha sottolineato che «le Marche possono diventare un quartier generale per il ragionamento sulle policy di internet sia nel pubblico che nel privato».
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