Scuse in salsa Marche di Ricci a Castelli: un polverone nel Partito Democratico. Morani: «Ha fatto un grave errore»

Scuse in salsa Marche di Ricci a Castelli: Un polverone nel Partito Democratico
Scuse in salsa Marche di Ricci a Castelli: Un polverone nel Partito Democratico
di Silvia Sinibaldi
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Venerdì 13 Gennaio 2023, 04:00

PESARO In equilibrio precario proprio come sulla giostra rotante, Matteo Ricci esprime un complimento di troppo e finisce nella centrifuga. Ospite l’altra sera dei divani di Tagadà, un programma televisivo in onda su LA7, insieme a Guido Castelli, pronuncia un elegante in bocca al lupo al nuovo commissario straordinario per la ricostruzione poi spinge l’acceleratore sul politically correct: «Abbiamo fatto qualche polemica di troppo sulla tua nomina, chiedo scusa per la mia parte politica». Il frame delle sue dichiarazione inizia rapidamente il giro delle chat e irrita gran parte del Pd regionale e non solo. Il primo a reagire è Romano Carancini, simbolo dei dem maceratesi: #nonanomemio. Legge nelle parole del sindaco di Pesaro un giudizio politico. «Non puoi parlare a mio nome scusandoti con Guido Castelli perché molti avrebbero sollevato polemiche. Puoi parlare per te. Tu non sai nulla della ricostruzione, dello straordinario lavoro svolto da Giovanni Legnini. Tutti glielo riconoscono. Non hai capito che la sostituzione di Legnini con Castelli è uno scandalo. Bloccare un percorso virtuoso in nome di interessi di bottega. Tu non sai nulla neanche delle azioni negative di Castelli da assessore regionale rispetto alle vicende dei fondi da destinare alle aree del terremoto».

 
Anche da Pesaro, Alessia Morani è molto severa: «Il Pd ha espresso una posizione precisa anche a livello nazionale con Letta e Pezzopane a cui si è aggiunta la voce della stragrande maggioranza dei rappresentanti istituzionali delle città terremotate.

Le scuse di Ricci a Castelli sono un grave errore. Il terremoto è un nervo scoperto, un tema molto sensibile e Ricci ha deluso tutta la popolazione di quei territori». 

Errore grossolano

«Non discuto le qualità di Castelli a cui ho augurato buon lavoro, ma Legnini in questi anni ha dato una svolta impressionante alla ricostruzione e quel lavoro meritava un ringraziamento e un maggior rispetto». Da Ancona il sindaco Valeria Mancinelli nella pozzanghera melmosa non vole mettere piede. «Non ho nulla da dire, non commento le polemiche». Il plenipotenziario del Pd ascolano fa l’ago della bilancia. «Preferirei non commentare - esordisce Luciano Agostini - ma conoscendo bene Matteo sono certo che le sue parole siano state una questione di fair play istituzionale e non un giudizio politico sull’operato di Legnini. Certo le sue dichiarazioni viste dal Sud fanno un po’ ribollire il sangue. Anche pensando alla figura di Castelli. Credo che Ricci però abbia capito e le precisazioni con le quali ha aggiustato il tiro, spengono la polemica». 

La capriola

Per il presidente Ali le sue parole solo cortesie istituzionale. «Penso anche che politicamente dobbiamo incalzare e attaccare il Governo nazionale e regionale, commissario compreso, su ciò che non fanno o sbagliano, e non sulle nomine. Lo dico in generale per tutto livello nazionale». Poi continua: «Legnini, che è il commissario migliore che potevamo avere, ha usato parole simili alle mie nel passaggio di consegne. Guido Castelli sa, come gli altri, che sarò un forte oppositore di questo Governo, ma sempre privilegiando l’interesse della nostra gente e in questo caso delle zone terremotate». Poi la capriola finale: «Bene fa il gruppo del Pd regionale, che ha tutto il mio sostegno, a ribadire le motivazioni di opposizione a Castelli che hanno contrastato come assessore della Giunta Acquaroli». 

L’insolita coincidenza

Infine l’intervento dei segretari provinciali marchigiani del Pd. Quando si dice che le coincidenze non esistono. Senza fare cenno alla polemica riflettono: «Riteniamo sbagliata la decisione del Governo Meloni di rimuovere Giovanni Legnini senza aver tenuto conto del merito, dei risultati raggiunti e del mancato ascolto dei territori interessati. Per altri incarichi lo hanno fatto».

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