FERMO Una ricostruzione a prova di futuro che mira a edificare un posto migliore dove si vive bene e in grado di attirare imprese e investitori. È “L’Appennino contemporaneo tra rinascita e sviluppo” che, alla luce dei numeri, si dimostra una visione con tanto di metodo. Un modello fatto di strategie che mirano ad una rigenerazione economica, sociale e culturale, rilevare tante sfide e cogliere opportunità, incluse quelle del Pnrr. Visione e metodo per cancellare quel sentiment di un Appennino marchigiano martoriato dal sisma con il futuro alle spalle. Ed è proprio per fare il punto su queste strategie che ieri, con la regia del direttore del Corriere Adriatico Giancarlo Laurenzi, si sono confrontati il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, il commissario alla ricostruzione post sisma Guido Castelli, la sottosegretaria al Mef Lucia Albano davanti ad una platea affollata da sindaci e imprenditori a Fermo per la kermesse di Tipicità.
A che punto siamo
Ne risulta la fotografia di una ricostruzione che avanza spedita.
«Il governo - ricorda - varando subito una serie di misure volte ad imprimere un’accelerazione al processo di ricostruzione, hanno mostrato una vicinanza fattiva alle popolazioni colpite dal sisma». Menziona la legge di bilancio 2024 con cui sono stati stanziati 1,5 miliardi di euro proprio a favore della ricostruzione; la proroga del super bonus fino al 2025; la deroga al numero minimo di alunni per classe nelle zone del cratere; i 18 interventi attivi nelle Marche ad opera dell’Agenzia del Demanio e la peculiare attenzione per le infrastrutture strategiche a servizio dei collegamenti con le aree interne».
Un modello che chiede tuttavia uno sforzo collettivo. «La ricostruzione ha preso finalmente il verso giusto – evidenzia il presidente Acquaroli -. Nel 2023 sono stati liquidati oltre 1 miliardo di euro per la ricostruzione privata e stanno procedendo anche le opere pubbliche finanziate. Come procediamo spediti nella ricostruzione anche socioeconomica di questi territori e lo sviluppo infrastrutturale a partire dall'ambizioso progetto della Pedemontana. Stiamo lavorando per creare un modello di ricostruzione e dare un futuro alla nostra regione che - insiste - senza il cratere non è la regione che vogliamo, ma il tutto necessita uno sforzo ulteriore. Nessun ente, nessun Comune può continuare ad arroccarsi negli egoismi e nei campanili perché la competizione è attrarre mercati e opportunità e troppo piccoli non saremo in grado di farlo mentre lo saremo aggregando le nostre eccellenze».