La stella di Vanvitelli, urbanista visionario: da oggi ad Ancona il convegno per il 250° anniversario della morte dell’architetto

La stella di Vanvitelli, urbanista visionario: da oggi ad Ancona il convegno per il 250° anniversario della morte dell’architetto
La stella di Vanvitelli, urbanista visionario: da oggi ad Ancona il convegno per il 250° anniversario della morte dell’architetto
di Lucilla Nicolini
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Giovedì 7 Settembre 2023, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 12:59

«Il convegno internazionale di Ancona rappresenta l’evento centrale delle celebrazioni per i 250 anni dalla morte di Luigi Vanvitelli. Sarà una tappa fondamentale del percorso di approfondimento su questo importante architetto del Settecento, per la sensibilizzazione sul suo ruolo di artefice e di maestro di grande architettura, e la divulgazione dei suoi meriti».

L’architetto Tiziana Maffei, direttrice della Reggia di Caserta, marchigiana, così definisce l’assise che si inaugura oggi alle 15,30 alla Mole Vanvitelliana di Ancona. «Interpretò con grande capacità di visione – continua la Maffei – il passaggio da un’architettura estetica all’organizzazione degli spazi urbanistici nel paesaggio.

Risulta evidente a Caserta, dove seppe realizzare la reggia ideale per Carlo di Borbone, che è anche fulcro di una serie di opere pubbliche, funzionali alla vita sociale, al benessere e al lavoro della comunità. Un edificio grandioso, che si integra nel paesaggio, lo completa con l’Acquedotto Carolino lungo l’asse di collegamento con Napoli, e diventa il centro vitale di un territorio in cui sarebbero sorti una cinquantina di opifici». E annuncia che al “cantiere” della Reggia di Caserta sarà dedicato, a marzo 2024, il convegno finale. «Nella fase di restauro, in corso, che è seguita alla restituzione degli spazi finora occupati dall’Aeronautica militare, sono venuti alla luce tanti particolari costruttivi, ideati dal Vanvitelli, per fare della reggia il cuore pulsante dell’amministrazione borbonica». Il direttore dei Musei Marche e della Galleria Nazionale di Urbino, Luigi Gallo, non fa riferimento solo al complesso reale di Caserta, ma anche al nuovo disegno del porto di Ancona.

Il disegno del porto

«Pur di idee antifrancesi, fu il primo italiano a prendere a modello l’architettura d’oltralpe, proiettando così l’Italia in un panorama europeo. Ideò il raccordo della città con il suo scalo, come aveva fatto Jacques Gabriel con il porto di Bordeaux. Immaginò l’effetto di Ancona vista dal mare. A questo proposito, a nessuno sfugge, entrando in porto con la nave, la visione della facciata concava della Chiesa del Gesù. Ma non solo: incaricato di ampliare Palazzo Ferretti, oggi sede del Museo Archeologico, oltre a progettare lo scalone d’onore, di cui sono in corso i lavori di restauro, ne “invertì” l’assetto cinquecentesco. Progettò la facciata a mare, con la terrazza pensile, di cui resta un suo bellissimo disegno». Figlio di Caspar van Wittel, insigne vedutista, il giovane Luigi aveva girato l’Italia con il padre, addestrato a ritrarre paesaggi antropizzati, «e a studiare l’effetto prospettico, la dialettica tra natura e costruito». A parlare è l’architetto Fausto Pugnaloni, senior professor della Politecnica Marche, che domani, al convegno della Mole, terrà una relazione sul progetto del porto di Ancona. «Duecento anni dopo la costruzione della Cittadella, a opera del Sangallo, il papa Clemente XII tenta il rilancio di Ancona con il “porto franco”, e ne affida il riassetto al Vanvitelli. L’architetto-ingegnere ridisegna l’arco portuale, e così facendo costruisce un paesaggio “culturale”, in cui dialogano geomorfologia e funzioni. Edifica la Mole dove l’acqua del porto è più bassa, sulla roccia con cui termina il massiccio sovrastante, con in alto la Cittadella. E ne replica, in basso, lo sperone, aggiungendo il Rivellino in funzione difensiva: un rimando culturale al Sangallo». Poi, all’altro capo dell’arco, il Molo Clementino «ingloba e integra il sistema portuale romano, traianeo. Anche per questo, oggi, occorre ripensare quell’area con un serio progetto di recupero e valorizzazione».

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