ANCONA - Un piede nelle Marche, l’altro negli States, lo sguardo sempre orientato al futuro. Per il docente di Univpm Francesco Corvaro, nominato dai ministri Tajani e Pichetto Fratin “inviato speciale” per il cambiamento climatico, la sfida di ridurre l’impatto dell’attività antropica per renderla compatibile con l’ambiente è percorribile e, soprattutto, può vedere le Marche come regione laboratorio. Corvaro, 45 anni, originario di Jesi e ora residente ad Ancona, ha percorso tutta la sua carriera in Univpm.
La carriera
Dice: «Mi auguro che questa nomina possa essere un punto di orgoglio per l’università in cui sono cresciuto e mi sono formato sia da studente sia da docente. Sono entrato nel 1997, come matricola di ingegneria e da lì non mi sono più mosso». In realtà il curriculum dice che di movimento Corvaro ne ha fatto parecchio, oltre alla docenza in Fisica e tecnica industriale, è entrato nella struttura commissariale per la ricostruzione, ed è attualmente referente per Univpm per tutto l’ambito spaziale. Fa anche parte del team di Virgin che collabora con l’Aeronautica italiana per i viaggi commerciali.
L’ufficializzazione
La nomina è stata ufficializzata dai ministri Antonio Tajani e Gilberto Pichetto Fratin, i titolari di Esteri e Ambiente, perché duplice è l’impegno richiesto a Corvaro. Lo spiega lui stesso dagli States dove si trova in questo momento: «La mia attività si muove su due binari.
La situazione
Gli obiettivi: continuare sulla strada intrapresa e, laddove possibile, fare delle Marche una sorta di regione laboratorio per la lotta al contrasto ai cambiamenti climatici. «Abbiamo nelle Marche paesaggi e ricchezze non solo naturali ma anche architettoniche fantastiche. Le Marche hanno già iniziato a muoversi come laboratorio: ho lavorato con il commissario Castelli nell’area del sisma finanziando e supportando la realizzazione di comunità di energia rinnovabile. Già questo è un buon inizio e ringrazio il commissario Castelli che mi ha supportato nel farlo e ci ha messo molto del suo». Infine, la mission decisiva. Conclude: «Senza fare allarmismi, c’è la necessità di continuare sulla strada della transizione energetica, abbiamo tutte le tecnologie e le capacità tecnico-scientifiche per poter ridurre il nostro impatto sull’ambiente».