Vertici Erap, scelti i nomi ma sul segretario è guerra

Vertici Erap, scelti i nomi ma sul segretario è guerra
Vertici Erap, scelti i nomi ma sul segretario è guerra
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Mercoledì 29 Marzo 2023, 03:55 - Ultimo aggiornamento: 15:21

ANCONA - Dopo una faida interna alla maggioranza andata avanti otto mesi, siamo arrivati alle battute finali per le nomine ai vertici dell’Erap. Ma l’ultimo miglio, si sa, è quello più tortuoso e sulla figura che andrà a ricoprire il ruolo di segretario generale è ancora in corso il braccio di ferro tra la Regione e il presidente del consiglio di amministrazione dell’Ente Saturnino di Ruscio.  

Con la deadline per le nomine fissata al 31 marzo - e questa volta è perentoria, perché dal 1° aprile l’attuale segretario Maurizio Urbinati va in pensione - lunedì l’assessore alle Partecipate Goffredo Brandoni ha comunicato in giunta le designazioni, confermando quasi in toto quelle fatte nel 2019 in era Ceriscioli. Come responsabile dei presidi di Pesaro Urbino e Fermo è stato indicato Sauro Vitaletti, per Macerata Daniele Staffolani, per Ascoli Piceno Ettore Pandolfi e per quello di Ancona Franco Ferri. Nome, quest’ultimo, che in giunta è stato proposto anche per il ruolo di segretario generale, ma la decisione è ancora sub judice perché proprio su questa posizione, si diceva, si gioca lo scontro politico con Di Ruscio.

Il presidente del cda dell’Erap vorrebbe inserire in quella casella Vitaletti e bisognerà vedere se nel duello ingaggiato con Palazzo Raffaello, alla fine, sarà lui a spuntarla.

Una situazione delicata che dovrà trovare una soluzione tra oggi e venerdì, altrimenti si rischia di andare verso un commissariamento dell’Ente. È dal 26 luglio che questa querelle tiene banco - diventando una spina nel fianco non da poco per la Regione - da quando cioè la giunta approvò la delibera 961 con cui indicava come segretaria generale Sabrina Tosti (ora sparita dai radar) e, come responsabili di presidio, Urbinati a Pesaro, Ferri ad Ancona, Pandolfi a Macerata, Vitaletti a Fermo e Stefania Di Lorenzo ad Ascoli.

Da quel momento, è successo un po’ di tutto, compresi il dietrofront di Palazzo Raffaello che ha revocato la delibera e una relazione al vetriolo di Di Ruscio sui nomi scelti. Ora siamo al capitolo finale della saga. Forse.

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