Quanto pesano i partiti: la Lega dice 33, sale FdI. I cespugli valgono il 12%

Quanto pesano i partiti: la Lega dice 33, sale FdI. I cespugli valgono il 12%
Quanto pesano i partiti: la Lega dice 33, sale FdI. I cespugli valgono il 12%
di Lolita Falconi
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Giovedì 20 Febbraio 2020, 11:10 - Ultimo aggiornamento: 14:01

ANCONA - Nelle Marche che si preparano alla grande sfida delle Regionali di primavera, in uno scacchiere ancora confuso con alleanze da costruire e candidati da trovare, il centrodestra consolida la sua posizione di netto vantaggio e il centrosinistra continua la rincorsa. La Lega è saldamente primo partito, Fdi registra una forte crescita e il Pd dà segnali di risveglio, avvantaggiato dalla profonda crisi che vive il M5S, stimato al 14,6%, il punto più basso da cinque anni a questa parte. Questa è la fotografia scattata dal sondaggio targato Tecnè commissionato dal Corriere Adriatico, ultimo in ordine di tempo a confermare che le Marche sono tra le regioni “contendibili”. 



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I numeri
Ma cosa racconta nel dettaglio il sondaggio Tecné? Intanto la Lega viene data al 33,2%, 2,8 punti in meno rispetto alla rilevazione effettuata dallo stesso istituto lo scorso dicembre e 4,7 in meno guardando al clamoroso dato delle Europee, quando Salvini conquistò, anche nelle rosse Marche, il 37,9%.
 
Un calo di consensi che però resterebbe nell’alveo della coalizione e verrebbe assorbito quasi totalmente da Fratelli d’Italia che viene valutata all’11,8%, più del doppio di quanto ottenuto appena un anno fa alle Europee (5,8%) o alle Politiche del 2018 (4,8%). Un exploit che rispecchia la crescita che il partito della Meloni sta avendo a livello nazionale ma che nelle Marche avrebbe un traino in più grazie al candidato governatore Francesco Acquaroli che, al momento, resta comunque l’unico nome ufficialmente in campo. E Forza Italia? Si attesterebbe attorno al 4%, quasi dimezzata rispetto a due anni fa. Ma se il calo della Lega si può ipotizzare sia assorbito quasi totalmente da Fdi, più difficile capire il percorso dei voti moderati in uscita dal partito di Berlusconi. Poco probabile infatti che confluiscano in uno dei due partiti sovranisti, più probabile che vadano ad ingrossare le fila del non voto o degli indecisi che comunque Tecnè stima essere poco sotto al 40%. Proprio quelli che oggi si dichiarano incerti avranno un peso decisivo nel voto regionale, come già accaduto in Emilia Romagna. 
I dettagli
Lo spera il Pd che, stando al sondaggio, avrebbe recuperato ben quattro punti da dicembre ad oggi passando dal 19,8% al 23,9%. Una percentuale più alta delle Europee e delle Politiche ma molto molto al di sotto di quel 35,1% delle Regionale 2015 quando i dem furono il motore della trionfale vittoria di Ceriscioli. Italia Viva perderebbe solo qualche decimale rispetto a dicembre: ha il 3,6%.

Il sondaggio rileva poi una serie di altri partiti appartenenti all’alveo del centrosinistra (Europa verde, +Europa, La sinistra, Calenda) che a livello regionale potrebbero corrispondere alle liste degli alleati del Pd (Uniti per le Marche, Art. 1, Verdi ecc) che insieme fanno l’8,9%. Totale cespugli? 12,5% Un bel bottino di voti che i dem farebbero bene a non disperdere.

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