Aprile zona rossa o arancione nelle Marche? Il 7 si torna a scuola. Draghi: si cambia fascia solo se scendono contagi e ricoveri

Aprile zona rossa o arancione nelle Marche? Il 7 si torna a scuola. Si cambia fascia solo se scendono contagi e ricoveri
​Aprile zona rossa o arancione nelle Marche? Il 7 si torna a scuola. Si cambia fascia solo se scendono contagi e ricoveri
di Martina Marinangeli
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Giovedì 1 Aprile 2021, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 09:25

ANCONA - Un mese a tinte rosso-arancioni. Il nuovo decreto anti Covid varato ieri dal Consiglio dei ministri - nel quale viene sancito anche l’obbligo vaccinale per operatori sanitari e farmacisti - non prevede infatti zone gialle dal 7 al 30 aprile, lasso di tempo in cui l’articolato sarà in vigore.

Escluso dunque ogni automatismo sulla riapertura a pranzo di bar e ristoranti al di sotto di una determinata soglia di incidenza del contagio - come previsto nella fascia di rischio più bassa - inizialmente ipotizzato. 


L’apertura e lo spiraglio
Tuttavia, per tendere un ramoscello d’ulivo alla frangia "aperturista” del governo, nel decreto è stato inserito un meccanismo che consente di rimodulare le misure in corsa: con deliberazione del Cdm, potranno essere introdotte delle deroghe per alcune Regioni, ma solo nel caso in cui la situazione epidemiologica lo consentisse, con dati sui contagi particolarmente bassi e campagna vaccinale in regola, soprattutto per quanto riguarda le persone anziane ed i soggetti fragili.

Al netto di un eventuale - e, comunque, non immediato – allentamento delle misure, nelle zone rosse non sarà consentito andare a trovare parenti o amici una volta al giorno ed in massimo due persone (oltre ai minori di 14 anni conviventi), come invece permesso nel weekend di Pasqua, quando tutta Italia sarà collocata nella fascia di rischio più alta. 


Cosa prevede la zona arancione
In zona arancione, invece, le visite saranno consentite, sempre una sola volta al giorno dalle 5 alle 22 ed in non più di due persone, all’interno del comune di residenza. Nel decreto c’è poi il fondamentale capitolo dedicato alla scuola, che prevede il ritorno tra i banchi fino alla prima media da mercoledì anche in zona rossa ed i governatori non potranno emanare ordinanze più restrittive per sospendere la didattica in presenza. In zona arancione, invece, la riapertura è estesa fino alla terza media e con un minimo del 50% alle superiori. Come anticipato, nell’articolato viene poi precisato che avranno l’obbligo di vaccinarsi «le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, farmacie, parafarmacie e studi professionali». L’essersi sottoposti a profilassi sarà considerato un «requisito essenziale» per l’esercizio della professione. 


Lo spostamento
Per chi rifiuta sarebbe previsto lo spostamento ad altre mansioni - anche inferiori - e se ciò non fosse possibile, per il periodo di sospensione non sarebbe dovuta nessuna retribuzione. La sospensione dei sanitari no vax durerebbe fino al 31 dicembre. Contestualmente, viene introdotto uno “scudo penale” per gli operatori della sanità coinvolti nella campagna vaccinale, limitando la punibilità ai soli casi di colpa grave. Per omicidio colposo e lesioni personali colpose «verificatisi a causa della somministrazione di un vaccino – si legge nella bozza del decreto – la punibilità è esclusa quando l’uso del vaccino è conforme alle indicazioni contenute nel provvedimento di autorizzazione all’immissione in commercio, emesso dalle competenti autorità e alle circolari pubblicate sul sito istituzionale del ministero della Salute relative alle attività di vaccinazione». 


Lo sblocco dei concorsi
Prevista anche una norma per sbloccare i concorsi nella Pubblica amministrazione dal 3 maggio a patto che si svolgano su base regionale e provinciale. A tenere banco c’è anche la questione dei viaggi all’estero e, soprattutto, della procedura da seguire al rientro. Un’ordinanza del ministero della Salute ha previsto che chi arriva in Italia da un Paese dell’Unione europea dovrà sottoporsi a tampone e rimanere in isolamento fiduciario per cinque giorni.

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