Marche, la Cgia accusa: "Le tasse
locali mettono in ginocchio le imprese"

Marche, la Cgia accusa: "Le tasse locali mettono in ginocchio le imprese"
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Venerdì 25 Settembre 2015, 10:58
ANCONA - Imprenditori marchigiani sempre più tartassati. Imu, Tasi, Irap, addizionali regionale e comunale Irpef.





Le cinque tasse locali costano in media ad una piccola impresa delle Marche 10.464 euro l’anno. Ma è una cifra che raggiunge gli 11.405 euro, pari a 2.281 euro per addetto, ovvero il 2,1% in più rispetto alla media nazionale (2.233 euro) se si considera il paradosso dell’indeducibilità dell’Imu che genera un extra gettito di Irpef e Irap. Una sorta di ‘tassa sulla tassa’.



Lo denuncia la Confartigianato che in una indagine elaborata dal suo Ufficio Studi mette in luce il peso fiscale su artigiani e piccoli imprenditori della nostra regione.



In provincia di Ascoli Piceno, una piccola impresa, considerando anche “la tassa sulla tassa”, versa allo Stato in tasse locali 11.551 euro l’anno, 11.544 euro a Macerata, 11.498 a Fermo, 11.440 a Pesaro e Urbino, 11.204 ad Ancona.



Tutte le province marchigiane presentano un prelievo complessivo per addetto superiore alla media nazionale: in testa Ascoli Piceno con 2.310 euro (il 3,4% in più della media nazionale), seguono Macerata con 2.309 euro (il 3,4% in più), Fermo con 2.300 euro (3,0%), Pesaro e Urbino con 2.288 euro (2,5%) e Ancona con 2.241 euro (0,4%).



"Ridurre la pressione fiscale - dichiara Giorgio Cippitelli Segretario Confartigianato Marche - è la priorità, a cominciare proprio dalla tassazione sugli immobili produttivi (capannoni, laboratori, macchinari, attrezzature) che sono strumenti di lavoro e non possono essere considerati alla stregua delle seconde case o di beni di lusso. Come si può essere competitivi con la pressione fiscale record? Se davvero vuole dare un segnale concreto alle piccole imprese sul fronte fiscale, il Governo deve anche realizzare quanto ha promesso a fine giugno, cioè attuare i decreti della delega fiscale rimasti in sospeso. Si tratta di determinare i redditi delle imprese in contabilità semplificata secondo il criterio di cassa e non di competenza. In questo modo sarà possibile pagare le tasse sulle fatture incassate e non su quelle emesse, come succede oggi. Senza dimenticare l’introduzione dell’Iri, la nuova imposta sul reddito di impresa che consentirebbe anche alle piccole imprese di avere una aliquota come quella Ires al 27,5% e non quella progressiva Irpef. E, ancora, i piccoli imprenditori attendono la definizione del nuovo regime forfetario".



"Il prelievo fiscale sempre più forte - dice ancora Cippitelli - è aggravato dalle complicazioni derivanti dalla giungla di aliquote e di normative diverse che rendono ancora tutto più complicato mentre il Governo continua a dichiarare che stiamo andando verso la semplificazione. Di anno in anno, imprese e cittadini assistono al costante aumento delle tasse: un gioco al rialzo che allontana sempre più la possibilità di ripresa per il nostro tessuto produttivo.



"Occorre agire subito - conclude il segretario Confartigianato Marche Giorgio Cippitelli -. Solo ripartendo dall’economia reale si possono creare occasioni di sviluppo economico, di rilancio civile, politico e istituzionale".
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