Parola dell’assessore alle Infrastrutture Francesco Baldelli, che rimanda la palla in campo avversario: «La giunta Acquaroli è concentrata nel mettere a terra tutti gli interventi strategici che le precedenti amministrazioni regionali non sono riuscite a realizzare».
I tempi
La buona notizia, dunque, è che il piano sul Lungomare nord non sarà quello di metterlo in un cassetto. Ma per i tempi, è tutta un’altra storia. Riavvolgiamo il nastro al lontano ottobre 2017, quando Ministero delle Infrastrutture, Rfi, Regione, Autorità di sistema portuale e Comune di Ancona siglano l’accordo di programma per l’opera da 52,8 milioni. La filiera istituzionale ci crede: mette le risorse, i tecnici, elabora i progetti. È il 6 maggio 2019 quando Rfi, soggetto attuatore, inoltra l’istanza per l’avvio del procedimento di Valutazione di impatto ambientale al Ministero dell’Ambiente, corredata da una sfilza di documenti per ottenere l’ok. Poi, le sabbie mobili.
L’attesa del Via
Da lì non si è più usciti e il progetto è a tutt’oggi, dopo 4 anni, ancora in attesa della Via.
Secondo l’assessore, «l’Ultimo miglio alleggerirà il traffico lungo via Conca e quindi nella direttrice per l’ospedale regionale, e con la previsione di una prima rotatoria all’intersezione tra la stessa via Conca e la Flaminia eliminerà molti dei problemi di percorribilità garantendo sicurezza a quest’ultima. Ma non basta: la nuova bretella si collegherà direttamente con il raddoppio della strada statale 16 e quindi con il casello autostradale. Nel complesso mezzo miliardo di investimenti sulla viabilità del capoluogo». Ma senza Lungomare Nord, il progetto sarebbe obiettivamente azzoppato.
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