Il caso Lucciarini fa agitare i dem, il centrodestra valuta cambi al sud

Il caso Lucciarini fa agitare i dem, il centrodestra valuta cambi al sud
Il caso Lucciarini fa agitare i dem, il centrodestra valuta cambi al sud
di Martina Marinangeli
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Domenica 14 Agosto 2022, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 17:04

ANCONA - Con il traguardo che si fa più vicino, la matassa anziché dipanarsi diventa sempre più intricata. La deadline del 22 agosto per la presentazione delle liste dei candidati alle elezioni Politiche sta mettendo in agitazione i partiti.

Il Nazareno posticipa a domani la direzione per chiudere la partita e nel centrodestra potrebbe profilarsi uno switch tra alleati negli uninominali del sud. In casa Pd sono i listini plurinominali ad agitare le acque ed il «caso Lucciarini», tornato alla ribalta nazionale, ha ieri intasato le chat dei dem marchigiani e non solo, tanto da fargli perdere vertiginosamente quota nel borsino delle candidature.

Un articolo pubblicato su un quotidiano nazionale ha riportato sotto i riflettori l’oscura vicenda nel passato dell’ex sindaco di Offagna Valerio Lucciarini, che nel 2017, durante la Festa del bove finto, colpì con dei ceffoni una ragazza ed un ragazzo.

La ragione addotta all’epoca dal diretto interessato per spiegare il gesto fu che un farmaco aveva triplicato gli effetti dell’alcol assunto, tanto da non fargli ricordare nulla di quanto accaduto. Ma una macchia del genere non si lava via facilmente ed ora che il suo nome era dato in ascesa per un piazzamento utile nei listini - anche grazie al placet del sindaco di Pesaro Matteo Ricci - torna a chiedergli il conto. In molti nel Pd, soprattutto tra le quote rosa, non vedono di buon occhio una sua discesa in campo con questo pedigree.


Le quotazioni


E si starebbe facendo critica anche la posizione del senatore uscente Francesco Verducci, nome spinto a livello nazionale da Matteo Orfini. Come sempre nel Pd, conta quale corrente dimostrerà di avere più peso per portare a casa il risultato. Con il commissario regionale dem Alberto Losacco sicuro capolista in uno dei due proporzionali, a guadagnarci di più dalla defenestrazione delle due quote azzurre sarebbero Alessia Morani (spinta da Base riformista) ed Irene Manzi (area Martina ma molto ben voluta anche dal segretario nazionale Enrico Letta). Ma se all’ultimo momento dovesse piombare nelle Marche un paracadutato da Roma, una delle due resterebbe fuori dalla conta. Per perorare la causa di Morani, ieri un nutrito gruppo di sindaci, amministratori e segretari di circolo del Pesarese ha scritto a Letta chiedendo che venga candidata. C’è poi l’incognita Marco Bentivogli ancora sul piatto, ed ora allo sponsor del Pd di Ancona si aggiunge quello di +Europa. Resta infine da capire quale collegio verrà ceduto agli alleati. In lizza, quello di Pesaro alla Camera, Marche nord al Senato o, novità di ieri, il collegio di Macerata alla Camera, dove potrebbe piazzarsi il coordinatore regionale di Articolo 1 Massimo Montesi. Ma quest’ultima ipotesi è la meno probabile.


Il centrodestra


Quanto al centrodestra, i quattro segretari nazionali di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia ed Udc si incontreranno di nuovo subito dopo Ferragosto per il giro definitivo di consultazioni. E in quell’occasione si potrebbe optare per qualche scambio di seggio nel sud. Il vespaio suscitato dal piazzamento del commissario di Forza Italia Francesco Battistoni nel collegio di Fermo/Ascoli alla Camera potrebbe portare ad un supplemento di riflessione. Le ipotesi circolate nelle ultime ore parlano di un eventuale switch con il collegio di Macerata alla Camera in quota Lega oppure con Marche sud per ora nelle mani di FdI. 

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