Governo e Dem contro Boldrini
"Inopportuna e fuori ruolo"

Governo e Dem contro Boldrini "Inopportuna e fuori ruolo"
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Domenica 22 Febbraio 2015, 19:49 - Ultimo aggiornamento: 19:57
ROMA - L'intervento di Laura Boldrini sul Jobs act continua ad alimentare la tensione a sinistra tra la maggioranza del Pd e Scelta civica da una parte e Sel e minoranza Dem dall'altra. Se Renzi entra di malavoglia sulla polemica, limitandosi a osservare che la posizione di Boldrini «è un problema suo», e il ministro del Lavoro Giuliano Poletti bolla le tensioni nel Pd sul tema come «una coerente riconferma delle opinioni», il sottosegretario Graziano Delrio sostiene che non si è mancato di rispetto al Parlamento ed ai pareri delle commissioni di merito sul tema dei licenziamenti.



Ad alzare i toni ci pensa però Debora Serracchiani che accusa Boldrini senza mezzi termini di non essere super partes. «Mi è un pò dispiaciuto che la terza carica della Stato prenda una posizione così di fronte alle riforme del governo. Un eccesso rispetto alla sua posizione di garanzia», sostiene il vicesegretario del Pd.



«Non trovo giusto - rileva - parlare di 'uomo solo al comandò. Renzi non decide da solo, ma decide di andare fino in fondo attraverso le scelte del Pd. E fare le riforme non è una deriva autoritaria», chiarisce. Rinviando «alla dottoressa Boldrini...» la richiesta di spiegazioni sulle ragioni della sua presa di posizione. Che secondo Scelta civica è «discutibile».



Nel silenzio della presidente della Camera, la reazione di Sel non si fa attendere. «Come si permette Debora Serracchiani a definire un eccesso la posizione espressa dalla presidente Boldrini. Dopo che sono mesi che denunciamo la spirale infernale tra fiducie e decreti dobbiamo assistere alle lezioncine di chi evidentemente non conosce neanche come funziona il Parlamento», sbotta il capogruppo alla Camera Arturo Scotto, secondo cui Boldrini «ha difeso semplicemente l'autonomia del Parlamento. È quello che deve fare un garante; le tifoserie le lasciamo ai ventriloqui di corte». E dell'«arrogante» dà a Serracchiani Loredana De Petris.



E se Forza Italia coglie al volo la prospettiva di una divisione a sinistra, registrando con il Mattinale da parte di Boldrini «un sussulto di dignità» davanti alla «camminata satrapesca di Renzi», con la presidente della Camera si schiera la minoranza Dem. «Boldrini difende l'autonomia del Parlamento, non una posizione politica di parte», dice Stefano Fassina, e Cesare Damiano dà ragione alla presidente della Camera sulle commissioni di merito. Così come fa Vannino Chiti, secondo cui nel non tenere conto del parere delle commissioni sui licenziamenti «il governo compie una scelta politica. Può compierla: non è però indolore o priva di conseguenze». Con possibili «ripercussioni a palazzo Madama» annunciate da un gruppo di senatrici Pd, mentre la Cgil con Silvana Camusso annuncia una «mobilitazione» non escludendo una raccolta di firme per un referendum abrogativo.







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