I nostri democrat sul carro perdente ma i gattopardi delle Marche resteranno in sella

I nostri democrat sul carro perdente ma i gattopardi delle Marche resteranno in sella. Nella foto Meri Marziali e Elly Schlein
I nostri democrat sul carro perdente ma i gattopardi delle Marche resteranno in sella. Nella foto Meri Marziali e Elly Schlein
di Lolita Falconi
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Martedì 28 Febbraio 2023, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 07:39
Quindi chi ha vinto? Nelle Marche nessuno. Lo smarrimento della classe dirigente regionale Pd all’indomani del voto choc delle Primarie che ha consegnato le chiavi del partito a Elly Schlein, non certo la favorita della vigilia, è totale. Del profluvio di dichiarazioni che di solito dopo un voto così importante inonda le mail delle redazioni e le pagine social neppure l’ombra. L’unica a cantare vittoria è stata Mery Marziali da Monterubbiano, la coordinatrice regionale della mozione Schlein, e ci mancherebbe altro. Gli altri (pochi) sono stati messaggi di circostanza e auguri di facciata. E pensare che queste primarie erano riuscite in un mezzo miracolo: ricomporre una classe dirigente che nelle Marche si divide in correnti e bisticcia da oltre un decennio. Stavolta stavano tutti con Stefano Bonaccini, saliti insieme sul carro del presunto vincitore: ex comunisti, ex democristiani, ceriscioliani, ricciani, ex calendiani, ex renziani.  

Ora che hanno perso tutti che succederà nelle Marche? Magari niente. Perché l’impressione è che mentre il popolo dei gazebo ha dato un’indicazione chiara di cambiamento, sul territorio il Pd non cambierà pelle.

Lascerà fare, lascerà passare. I congressi provinciali e comunali sono stati fatti, i gruppi dirigenti di ieri e di oggi saranno gli stessi di domani. I dem cambieranno linea politica in Parlamento, dove la nuova segretaria proverà a dare al partito un’impronta di sinistra e movimentista. Ma a livello locale l’operazione sarà molto più difficile. Osteggiata e in salita. Discorso a parte per le primarie regionali che hanno riproposto le stesse divisioni di sempre: l’asse Mastrovincenzo-Morani con Chantal Bomprezzi da una parte, Ricci-Mancinelli-Agostini con Michela Bellomaria dall’altra, diverse schede bianche nel mezzo. Con un finale non scontato, la vittoria dei primi e la sconfitta dei secondi.

L'asse Pesaro-Ascoli

L’asse di potere Pesaro-Ascoli, con mille innesti e sfumature, aveva funzionato e tenuto le redini del Pd Marche per oltre un decennio, dalla segreteria di Sara Giannini passando per quella di Francesco Comi e Giovanni Gostoli. Poi il caos, i commissariamenti e questa nuova fase affidata a una giovane leader sponsorizzata da una parte del partito chiamata ad essere la guida di tutto il popolo dem. Non sarà facile. Primo test: le Comunali ad Ancona. Bomprezzi sale su un treno in corsa ma non può sbagliare. Perché per la sua segreteria debuttare con la sconfitta nel capoluogo regionale sarebbe un pessimo viatico per la sua navigazione.
 

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