Covid, nelle Marche un contagio su due ha un volto amico e la scuola è un detonatore

Covid, nelle Marche un contagio su due ha un volto amico e la scuola è un detonatore
Covid, nelle Marche un contagio su due ha un volto amico e la scuola è un detonatore
di Lorenzo Sconocchini
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 4 Novembre 2020, 08:48

ANCONA - Quasi la metà dei 6.166 marchigiani che nel mese di ottobre si sono scoperti positivi al virus Sars-Cov-2, dunque più di tremila donne e uomini, anziani e bambini, sono stati contagiati da persone care: familiari che abitano nella stessa casa, parenti non conviventi, fidanzati e amici che si frequentano spesso per svago o per sport.

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È quanto emerge dal dato aggregato dei report quotidiani con cui il servizio Sanità della Regione, con l’Osservatorio epidemiologico, informa sull’andamento dell’epidemia, rendendo noti nel bollettino del mattino non solo casi positivi e tamponi effettuati, ma anche la distribuzione per province e la classificazione dei casi dal punto di vista dell’indagine epidemiologica, per spiegare in che ambito si sia trasmesso il contagio.

L’istantanea

Una fotografia statistica in cui alcuni dettagli potranno apparire sfocati, perché ad esempio ci sono setting sovrapponibili (si pensi all’ambito comunitario-assistenziale o ai contatti stretti, oppure al paziente con sintomi che può appartenere ai diversi ambiti) e in diversi casi l’inserimento in una o nell’altra categoria dipende dall’indagine epidemiologica fatta al telefono sui contatti tracciati dei positivi.

E c’è una quota non trascurabile di casi, circa il 18%, per i quali non si riesce a individuare subito il link, per cui vengono classificati come in corso di verifica. Ma a parte gli inevitabili margini di incertezza, il report sulla casistica del contagio divulgato dalla Regione Marche ogni mattina resta il modo migliore per capire come si sta diffondendo l’epidemia e in quali ambienti si propaga il Coronavirus.

Compagni di squadra

Non ci si può certo sentire al riparo in casa, perché nel 24,5% dei casi diagnosticati a ottobre (1.511 su oltre seimila) l’ambito di diffusione del virus è stato proprio quello domestico, con la trasmissione tra genitori e figli, o viceversa, coinvolgendo a volte anche i nonni. Subito dopo, con 1.499 casi accertati, viene l’area dei “contatti stretti” con positivi (24,3%), che possono essere fidanzati o parenti che si frequentano pur abitando altrove, amici e compagni di squadra per chi fa sport. 

In classe

Potrebbe sorprendere per la sua apparente marginalità il dato della scuola, con 294 casi, poco meno del 5%, assegnati al setting scolastico-formativo nel mese di ottobre, dopo i 14 di settembre. Ma il dato indica solo i casi avvenuti dentro la scuola (quindi con la messa in quarantena della classe) e non vengono inseriti in questo ambito tutti gli altri che derivano dal contatto stretto di alunni fuori dal contesto scolastico e anche in questo caso il setting può sovrapporsi ad altri. Ma proprio la scuola potrebbe aver fatto da detonatore, perché le indagini epidemiologiche partite dai casi positivi tra gli studenti hanno accertato spesso che il ragazzo che si porta a casa il virus poi contagia mezza famiglia. E resta nell’ombra l’effetto sull’epidemia dei trasporti pubblici, con i bus che pur con in limite dell’80% da meta settembre sono tornati a viaggiare spesso affollati di studenti, anche se ora la pressione sarà alleggerita dalla didattica a distanza per le Superiori. Non ci sono setting specifici dedicati ai contagi su bus e treni (non sono stati comunicati casi accertati per contatti a bordo) ma che la filiera scuola-trasporti abbia contribuito al rialzo dell’epidemia lo dimostra una coincidenza temporale: nelle Marche, come nel resto d’Italia, la curva dei contagi ha cominciato a impennarsi proprio dalla prima settimana di ottobre, quando - trascorsi i 10-14 giorni che servono tra incubazione del virus e diagnosi con tampone - sono venuti a maturazione i contagi innescati dalla riapertura delle scuole.
Più della scuola, se non valessero le specificazioni appena fatte, peserebbe altrimenti l’effetto movida: i casi positivi attribuiti al setting vita-divertimento (bar, ristoranti e altri luoghi di svago, ma anche palestre e piscine) sono 341, il 5,5%. Ma nella coda di ottobre i contagi da svago sono aumentati, con 92 casi negli ultimi tre giorni del mese. Quasi scomparsi i casi dopo rientri dall’estero che ad agosto “fatturavano” il 45% dei contagi (il 30% a settembre) ma che a ottobre è all’1%. In crescita purtroppo il contagio negli ambienti assistenziali (comprese Rsa e case di riposo) con 88 casi (1,4%), più di quelli (82, l’1,3%) emersi tramite screening del personale sanitario. Il contagio sui luoghi di lavoro, con 170 casi accertati, riguarda meno del 3% del totale.

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