ANCONA - Truffe online, pedopornografia, cyberbullismo. Ma anche fake news, come la vendita di prodotti in grado di respingere il 5G, e revenge porn. Sono questi gli ambiti su cui sono dovuti maggiormente intervenire nel 2020 gli agenti della Polizia Postale delle Marche.
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Gli operatori guidati dalla comandante Cinzia Grucci, nell’anno segnato quasi interamente dalla pandemia, hanno dovuto fare i conti con un uso intensivo del web da parte degli utenti.
Le indagini
Un maggior traffico di dati è equivalso a un rischio maggiore di incombere nei pericoli della rete.
I reati
A causa della extraterritorialità e della velocità di spostamento delle somme (tutte confluite all’estero), solo una minima parte degli importi è stata recuperata. Dopo il lockdown sono arrivate segnalazioni di utenti che avevano perso dai 70 ai 250mila euro. Tra le truffe perpetrate online per la compravendita di prodotti, sono state denunciate 21 persone. Di circa 50mila euro gli importi sottratti. Due falsi commercianti sono stati denunciati perché, attraverso siti truffaldini, vendevano dispositivi anti Covid a prezzi concorrenziali, presidi mai spediti né tantomeno consegnati agli acquirenti dopo aver incassato i soldi. Denunciato anche un marchigiano con l’accusa di aver istigato gli utenti del web al non rispetto delle norme anti Covid, invitandoli anche a comprare prodotti in grado di proteggere dalle radiazioni dovute al sistema di comunicazione 5G. Di qui, l’attenzione della polizia nel monitorare gli spazi virtuali dediti al “sabotaggio” (anche in maniera violenta) delle regole governative e alla comunicazione di fake news in ambito sanitario.