Il commissario alla ricostruzione Castelli: «Sisma, il 2024 sarà l’anno delle 1500 opere pubbliche, affideremo tutti i lavori. E pretendiamo uno scatto sulla privata»

Il commissario alla ricostruzione Castelli: «Sisma, il 2024 sarà l’anno delle 1500 opere pubbliche, affideremo tutti i lavori. E pretendiamo uno scatto sulla privata»
Il commissario alla ricostruzione Castelli: «Sisma, il 2024 sarà l’anno delle 1500 opere pubbliche, affideremo tutti i lavori. E pretendiamo uno scatto sulla privata»
di Martina Marinangeli
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Giovedì 4 Gennaio 2024, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 5 Gennaio, 07:09

ANCONA - C’è chi, guardando alle rimodulazioni dei fondi fatte nella manovra di bilancio dal Governo nazionale a fine anno, è saltato sulla sedia. A leggere i freddi numeri, sono stati ridotti gli stanziamenti nel triennio 2024/2026 per la ricostruzione post sisma del centro Italia. Nello specifico, quella privata viene alleggerita di 1,47 miliardi di euro.

Che succede?

Ma poi la matematica va applicata alla realtà e i numeri diventano meno rigidi e desolanti.

A fare il punto della situazione è il commissario alla ricostruzione Guido Castelli: «Il Governo ha riprogrammato le autorizzazioni di spesa future tendendo conto delle enormi disponibilità di cassa (circa 1,5 miliardi) giacenti presso la Struttura commissariale». Scende poi nel dettaglio il senatore in quota FdI: «La legge di bilancio ha finanziato con 1,5 miliardi aggiuntivi nel triennio la ricostruzione pubblica del cratere 2016. Questa somma può alimentare da subito un nuovo piano delle opere pubbliche. Dunque non serve ulteriore cassa, ma solo autorizzazioni di nuova spesa. L'andamento dei cantieri e la disponibilità di risorse consentono di far fronte alle esigenze di tutte le stazioni appaltanti impegnate nell'affidamento di circa 1.500 opere pubbliche, per le quali le gare sono partite nel 2023».

La situazione nel cratere

Tradotto: per programmare c’è un miliardo e mezzo in più che materialmente arriva nel 2026, mentre le autorizzazione aggiuntive alle spese sono state ridotte perché ci sono ancora 1,5 miliardi di euro in cassa non spesi. Il problema fondi, dunque, per Castelli non esiste. Ma comunque, «qualora l'andamento della spesa dei cantieri dovesse subire un'accelerazione impressionante (che tutti ci auguriamo), le relative autorizzazioni di spesa annuali potranno essere tranquillamente riviste». Nell’attesa di vedere se l’ottimismo del commissario è ben riposto, che anno devono aspettarsi i terremotati in termini di ricostruzione? Quelle oltre 30mila persone ancora in attesa di riavere la propria casa? «Il 2024 sarà l'anno in cui completeremo l'affidamento dei lavori per la ricostruzione pubblica - traccia la rotta il commissario - e pretenderemo che tutte le 20mila pratiche della privata, ancora in sospeso, vengano presentate».

Il focus

Ricorda poi come «sulla ricostruzione privata abbiamo ulteriormente snellito le procedure, e così siamo riusciti a raggiungere il record di liquidazioni fatte a favore delle imprese: 137 milioni di euro solo nel novembre 2023». L’anno appena entrato sarà inoltre focalizzato sulle «questioni aperte dei luoghi più devastati dalle scosse - come Castelsantangelo, Arquata e Pieve Torina - con l’avvio delle attività sui sottoservizi e sui dissesti». Che sia l’anno buono per far rinascere quei borghi sospesi nel tempo da ormai più di 7 anni.

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