Pesce fresco e locale, un'app in soccorso di chi fa la spesa e dei pescherecci: potrebbe rivoluzionare il fermo pesca e bloccare l’Europa. La videointervista

Il sistema messo a punto dal dottor Roberto Gramolini: "Con un clic sappiamo dove, come e quando lavorano i natanti"

Pesce fresco e locale, un'app in soccorso di chi fa la spesa e dei pescherecci
Pesce fresco e locale, un'app in soccorso di chi fa la spesa e dei pescherecci
di Gianluca Murgia
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Lunedì 7 Agosto 2023, 00:15 - Ultimo aggiornamento: 8 Agosto, 08:26

FANO C’è chi scruta gli occhi, altri studiano l’armocromia delle branchie. Poi, c’è chi interroga direttamente il pescivendolo: «Da dove arriva, è fresco?». La risposta esatta ora ve la daranno un’app (AdriaFishery) e il sito collegato (www.kosmosambiente.it), un sistema di monitoraggio dell’attività dei pescherecci in mare messo a punto da uno studioso fanese, il dottor Roberto Gramolini, che si occupa di pesca da oltre 20 anni per istituzioni di ricerca nazionali e internazionali quali l’Università di Bologna, l’Ateneo di Bari, Cnr, Ispra e Fao.

La videointervista integrale


La sfida e il dispositivo Ais


Questo screening continuo, oltre ad essere un’utile bussola per chi vuole comprare pesce nostrano fresco (ancora più utile in tempi di fobie post alluvioni), permette una moltitudine di utilizzi per gli enti di controllo e gli stessi pescatori. «Questa era una sfida che, un paio di anni fa, io e un mio collega alla Fao ci siamo dati – spiega il dottor Gramolini -. Grazie al dispositivo Ais (che viene montato solo su imbarcazioni di una certa stazza, ndr) abbiamo informazioni molto dettagliate su velocità e posizione dei pescherecci. Serve per evitare la collisione tra natanti. Noi abbiamo creato un sistema informatico online, sperimentale ma già operativo, che elaborando questi dati ci dice in tempo reale dove sono e cosa stanno facendo i pescherecci, quando sono in pesca, si stanno trasferendo o sono in manovra.  Il tavolo delle idee è ancora aperto e lo sviluppo prossimo potrebbe essere nei ristoranti fornendo indicazioni anche sulla singola imbarcazione che ha pescato, la zona precisa o a quante miglia dalla costa».

La crociata dell’Unione Europea verso la pesca a strascico rischia di far scomparire un interno comparto.

Questo monitoraggio potrebbe essere un elemento da mettere sul tavolo per fornire una istantanea più attuale della situazione. L’Europa, infatti, rischia di prendere decisioni basandosi su indicazioni vecchie, nel migliore dei casi, di 2 anni. «Non è possibile prendere decisioni politiche senza coinvolgere gli stakeholder. L’esempio è la pesca delle vongole: da anni le imbarcazioni montano volontariamente un sistema simile all’Ais con il quale tengono sotto controllo attività e programmazione sfruttando di più alcune zone e lasciando libere altre per fare ripopolare. I pescatori potrebbero fare lo stesso, passando dalla proibizione alla gestione della attività, rivedendo anche il Fermo pesca». 


Le nostre radici da valorizzare


«Il Fermo pesca - conclude Gramolini - iniziato il 29 luglio e in vigore fino al 9 settembre, ha una sua giustificazione biologica e sociale ma con questi dati potrebbe essere ripensato e distribuito in momenti diversi dell’anno permettendo a ristoranti e pescherie di avere pesce fresco anche in agosto, per i turisti. La pesca ha radici antiche nella tradizione e queste non possono essere tagliate ma vanno valorizzate. Nella nuova versione dell’app spiegheremo infatti anche gli attrezzi usati per la pesca».
 

Europa e pesca a strascico: «Follia ideologica»


Mirco Carloni, presidente della 13ª Commissione Agricoltura, l’ha definita «follia ideologica». È il progetto dell’Unione Europea che vuole di fatto cancellare la pesca a strascico nel Mediterraneo (riduzione del 40% entro il 2024 che si somma al -20% imposto 3 anni fa) nel nome di un ecosistema da tutelare ma «a tutto vantaggio di chi essendo fuori dalla Ue, tali provvedimenti non è obbligato a osservarli». Il ministro Lollobrigida, presente a Fano in occasione del BrodettoFest 2023, ha annunciato battaglia: «L’Europa ha perso molto dei suoi valori fondamentali, dovrebbe difendere i propri imprenditori e il proprio modello di produzione. Prima la pesca delle vongole, ora si ripetono con l’intento di abolire la pesca a strascico».

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