Ancona, lungomare nord, non bastano 67 atti: ancora tutto fermo per i binari a zig zag

Ancona, lungomare nord, non bastano 67 atti: ancora tutto fermo per i binari a zig zag
Ancona, lungomare nord, non bastano 67 atti: ancora tutto fermo per i binari a zig zag
di Martina Marinangeli
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 19 Agosto 2020, 08:40

ANCONA - Sessantasette documenti. Sessantasette file datati tra il 21 dicembre 2018 ed il 4 novembre 2019 inoltrati al ministero dell’Ambiente per ottenere la Valutazione di Impatto Ambientale sul progetto del lungomare Nord ad Ancona. Ma evidentemente non bastano visto che dopo un anno e tre mesi stiamo ancora aspettando. Un ulteriore tassello che si innesta sulla più grande opera di velocizzazione della linea Adriatica. Tanto ci vuole – in termini di tempo e mole di documentazione – per avere un nulla osta alla partenza dei lavori, ancor più se in un’area delicata come quella della frana Barducci. 



LEGGI ANCHE:
In fuga dopo il furto: «Il ladro è mio figlio». Padre coraggio lo denuncia. Nei guai anche un altro ragazzo

Fratelli novantenni fanno una passeggiata: uno scivola e l'altro per evitare la caduta gli piomba addosso e volano entrambi a terra


Capofila del progetto è Rfi, dal momento che proprio dalla sua necessità di rettificare i binari per poter portare i treni a 200 km/h è nata l’idea di realizzare il lungomare Nord, che prevede l’interramento con gli escavi dei fondali marini della costa tra Marina Dorica e Torrette - per ospitare i nuovi fasci binari rettificati e lasciare spazio ad una Flaminia bis riservata al trasporto locale – ed una scogliera di protezione della linea ferroviaria Bologna-Lecce da 3.350 metri.
 
Per procedere con la gara d’appalto per avviare i cantieri manca solo il disco verde ministeriale, ma nel frattempo, lo scorso febbraio, è cambiata la commissione valutatrice al suo interno e ciò ha comportato un riavvolgimento del nastro sui controlli dei progetti in corso, cosa che ha fatto ripartire da capo l’iter. 
Le rassicurazioni di Conte
Durate una call, lo scorso 23 luglio, del tavolo tecnico per la realizzazione dell’Uscita nord dal porto dorico, è stato addirittura il premier Giuseppe Conte in persona, collegandosi a sorpresa, a dare rassicurazioni sulla volontà di accelerare l’iter, annunciando anche «una significativa abbreviazione dei tempi della Via», grazie a quanto previsto all’interno del Decreto Semplificazioni. Nell’attesa che le parole si traducano in atti concreti, dal ministero non è arrivato ancora nessun responso. L’istanza per l’avvio del procedimento di Via Rfi l’ha presentata al ministero il 6 maggio del 2019, corredato una sfilza di documentazione necessaria per ottenere l’ok. Tra questi, le 46 pagine di osservazioni della Regione circa il progetto, datate 4 novembre 2019. 
Di tutto e di più
Ma scorrendo la lista dei 67 documenti, consultabili sulla pagina del ministero dell’Ambiente, si trovano anche la corografia, i rilievi topografici, la documentazione fotografica, le planimetrie, il dettagliato cronoprogramma, con fasi funzionali, lo schema dello smaltimento delle acque superficiali di versante, i tombini di progetto, la planimetria dello smaltimento delle acque meteoriche (rilevato ferroviario e stradale), le relazioni sismica delle strutture, geologica, geotecnica, idrologica ed idraulica, quella sulla gestione dei drenaggi. Ed ancora, lo studio meteo-marino, gli studi ambientali, la valutazione di dinamiche ed effetti ambientali dei sedimenti marini provenienti da escavi portuali, la relazione archeologica ed il piano della sicurezza. C’è anche la relazione sull’interazione del progetto velocizzazione-lungomare Ancona con la frana Barducci, commissionata da Rfi, in cui si mette nero su bianco che «l’intervento in progetto non interferisce in alcun modo con gli interventi di consolidamento messi in atto dall’Amministrazione comunale di Ancona» e si parla di una «modifica, in senso migliorativo, delle condizioni di stabilità del pendio a seguito della realizzazione della colmata prevista in progetto». Un progetto indubbiamente “faraonico” quello del lungomare Nord, passato da 40 a 56 milioni in seguito al recepimento delle osservazioni fatte dal Provveditorato delle Opere pubbliche – braccio tecnico del Mit – che hanno portato all’ampliamento della scogliera prevista dall’opera. L’intervento prevede infatti, nello specifico, la rettifica e velocizzazione della linea ferroviaria Bologna-Lecce dalla progressiva km 199+983 alla progressiva km 203+569. 
Le tre fasi del progetto
In particolare, si compone di tre fasi: la realizzazione della scogliera di protezione della linea, a cura di Rfi, quella del sottofondo, con rettifica e velocizzazione della linea, sempre in capo ad Rfi, l’interramento con gli escavi dei fondali marini, a cura di Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA