Cinghiate e violenza sessuale sulla convivente, il figlio piccolo gettato a terra: 43enne residente a Macerata finisce in carcere. Stesse accusa 6 anni fa

La donna (40 giorni di prognosi) ha denunciato l'uomo. Intervento della Polizia in casa

Cinghiate e violenza sessuale sulla convivente, il figlio piccolo gettato a terra
Cinghiate e violenza sessuale sulla convivente, il figlio piccolo gettato a terra
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Lunedì 3 Luglio 2023, 16:44 - Ultimo aggiornamento: 18:32

MACERATA - Si sono trovati di fronte una donna straniera, con in braccio il figlio piccolo in lacrime, in forte stato di agitazione. Le urla di lei si udivano fin dalla strada, lei e il figlio aveva con evidenti segni di violenza sul corpo. La donna, non esprimendosi in italiano, ha fatto però subito capire di essere stata picchiata dal compagno, minando il gesto dell’aggressione. Nel pomeriggio di domenica 2 luglio la Polizia di Stato ha arrestato un nigeriano di 43 anni, in regola con le norme sul soggiorno e residente in Macerata, colto in flagranza dei reati di maltrattamenti, lesioni aggravate e violenza sessuale, consumati nella precedente, nei confronti della compagna convivente (30 anni), all’interno dell’abitazione di Macerata dove la coppia risiede.

Lui si era nascosto in casa


L’attività investigativa, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, è iniziata dopo l’intervento, avvenuto domenica notte, a cura del personale della Volante allertato dalla segnalazione di una lite violenta in atto fra una coppia di nigeriani, all’interno di un appartamento all’ultimo piano di un immobile di Macerata.
I poliziotti sono subito intervenuti nel pianerottolo dell’appartamento.

L’aggressore, rifugiatosi dentro casa, è stato individuato e accompagnato in Questura dai poliziotti, mentre la donna col bambino trasportati in ospedale per essere curati. 

Quaranta giorni di prognosi 


La vittima, dopo aver ricevuto una prognosi di 40 giorni per le percosse ricevute, ha deciso alla fine di denunciare l'aggressore. Grazie alle minuziose dichiarazioni raccolte, gli investigatori della Squadra Mobile hanno ricostruito quindi tutti gli altri episodi di maltrattamenti, fisici e morali, subiti a partire dal 2020 (tre in tutto) e da ultimo sfociati nella violenta lite di domenica mattina, in cui la donna è stata prima palpeggiata, poi percossa con la fibbia di una cintura e infine cacciata di casa e lasciata fuori insieme al figlio piccolo, anche lui vittima di violenza: è stato afferrato e scaraventato a terra dal padre. Dal racconto della donna sono poi emersi anche due episodi di violenza sessuale (incluso quello subito la notte dell’intervento).  Il successivo sopralluogo di polizia scientifica espletato all’interno dell’appartamento ha permesso di repertare all’interno della camera da letto della coppia, le tracce di sangue lasciate dalla donna, avvalorando l’accusa avanzata nei confronti dell’uomo. L'arrestato era già stato denunciato per reati della stessa specie nel 2017 e ora si trova ora ristretto nella casa circondariale di Pesaro.

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