A Tolentino picchiata e lasciata in strada priva di sensi, marito infermiere condannato: un anno e nove mesi

A Tolentino picchiata e lasciata in strada priva di sensi, marito infermiere condannato: un anno e nove mesi
A Tolentino picchiata e lasciata in strada priva di sensi, marito infermiere condannato: un anno e nove mesi
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Giovedì 31 Ottobre 2019, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 1 Novembre, 11:27
TOLENTINO - Picchiata e lasciata in strada priva di sensi. Marito condannato a un anno e nove mesi di reclusione. Lo ha stabilito ieri il giudice monocratico Daniela Bellesi che ha condannato un infermiere di Tolentino di 45 anni a un anno e nove mesi di reclusione per maltrattamenti in famiglia e lesioni. All’uomo il magistrato ha concesso le attenuanti generiche (che comportano la diminuzione della pena pari a un terzo, ndr) e lo ha condannato a risarcire le vittime delle violenze, la moglie e la figlia all’epoca minorenne, rispettivamente con 7.000 e 5.000 euro.

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Il pubblico ministero Francesca D’Arienzo aveva invece chiesto la condanna a tre anni di reclusione senza sospensione condizionale. I fatti contestati all’infermiere risalgono al 2013, secondo l’accusa l’uomo avrebbe più volte aggredito la moglie, prendendola per il collo, picchiandola in testa e spesso, nonostante la presenza della figlia poco più che bambina all’epoca, l’aveva umiliata con espressioni volgari e dal contenuto sessuale.
Ma l’infermiere, un giorno, se la sarebbe presa anche con la piccola urlandole contro e aggredendola tanto che la figlia era corsa in soggiorno e si era rifugiata sul divano chiedendo al padre di smetterla. Poche settimane dopo, era novembre 2013, l’infermiere con una scusa aveva fatto uscire la moglie di casa poi l’aveva presa a pugni in faccia e l’aveva afferrata al collo fino a farle perdere i sensi.
A quel punto l’aveva abbandonata a terra priva di conoscenza. Ieri mattina si è chiuso il processo di primo grado con la condanna a un anno e nove mesi di reclusione per l’uomo. Il giudice tra 30 giorni depositerà le motivazioni della sentenza. L’imputato è difeso dall’avvocato Mauro Chiariotti. 
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