PESARO Chiedeva soldi e donne, poi non pago aveva anche lanciato delle pietre al titolare dell’hotel. Ieri la sentenza, con relativa condanna, per un 23enne nigeriano protagonista di alcune giornate decisamente sopra le righe all’hotel Elvezia in viale Fiume, nello scorso agosto. Il giovane era arrivato in albergo mandato dal pronto intervento sociale che fa capo al Comune. Doveva stare solo due giorni, il 9 e il 10, poi l’11 doveva trasferirsi altrove perchè gli era stata trovata una sistemazione alla Casa delle genti della Caritas del posto. Ma quando è stato il momento di lasciare la camera, non se ne voleva andare. Gli sono stati dati anche 50 euro per pagarsi il treno e del cibo. Lui aveva preso i soldi e si era rimesso a letto. Così erano stati chiamati i carabinieri che l’hanno fatto uscire. Stava tenendo sotto scacco una intera struttura da ore.
Ricapitolando
Alla fine se ne era andato ma in quella sistemazione era rimasto ben poco e qualche giorno dopo si era ripresentato di nuovo a Pesaro, sempre all’Elvezia. Si era messo a fumare una sigaretta nella reception dell’albergo ribadendo con forza che non voleva andarsene. Anzi, aveva alzato la posta. Pretendeva 1500 euro, una camera tutta per sè, 5 donne nigeriane, uno chef nigeriano e un menù anche quello nigeriano.
Era finito in psichiatria
Così era finito in psichiatria, ma dopo qualche ora era già tornato libero, con la diagnosi di disturbi relazionali. Neanche il tempo di uscire che si era ripresentato in hotel. Dove è diventato una furia. Prima ha colpito il titolare Andrea Verde con due pietre poi ha afferrato il posacenere all’ingresso della struttura e si è scagliato contro le vetrate. I vetri sono venuti giù e si sono rotti in mille pezzi. Di qui una nuova chiamata alle forze dell’ordine che l’hanno arrestato per tentata estorsione aggravata, lesioni e danneggiamento. Il titolare dell’hotel, Andrea Verde, aveva poi ritirato la querela per lanciare «un messaggio di fratellanza». Ma per questi reati gravi si procede comunque d’ufficio. Ieri, difeso dall’avvocatessa Maria Elena Cortiglioni, il nigeriano è stato condannato a 1 anno e 11 mesi. Oggi il giovane è ancora in carcere anche per un definitivo di 11 mesi per un altro fatto legato allo spaccio.