Diverbio in strada per un parcheggio, la Procura: «Investito un carabiniere». Imprenditore davanti al giudice

Un'aula del tribunale
Un'aula del tribunale
di Benedetta Lombo
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Giovedì 10 Marzo 2022, 06:55 - Ultimo aggiornamento: 15:07

PORTO RECANATI - Finisce in tribunale una discussione per un parcheggio. Protagonisti della vicenda un imprenditore del Fermano e un carabiniere fuori servizio del Maceratese. La lite era scoppiata il 17 febbraio del 2019 a Porto Recanati. Secondo quanto contestato dalla Procura quel giorno l’imprenditore avrebbe investito volontariamente il carabiniere facendolo finire sul cofano dell’auto e provocandogli la rottura della protesi dentaria e numerose contusioni, inizialmente giudicate guaribili dai medici del pronto soccorso in 10 giorni ma che si sarebbero poi protratti fino a superare i 40 giorni di prognosi. Questo dopo che il carabiniere aveva parcheggiato l’auto nel posto in cui l’imprenditore avrebbe preteso di mettere la propria macchina.

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Nella denuncia sporta dal carabiniere fuori servizio, il militare aveva dichiarato che dopo essere stato investito, l’auto si era allontanata ed era stata la moglie che era con lui ad annotare il numero di targa. Ieri, nel procedimento a carico dell’imprenditore accusato di lesioni aggravate, il gup Domenico Potetti ha deciso di nominare un consulente per valutare l’entità delle lesioni subite dal carabiniere e ha rinviato al prossimo 20 aprile per l’affidamento dell’incarico. Era stata la difesa, sostenuta dall’avvocato Fabrizio Cesetti del foro di Fermo, a evidenziare la necessità di un riscontro dal momento che la prognosi iniziale era stata di 10 giorni.
«Non c’è stato alcun investimento né volontario né involontario – ha puntualizzato l’avvocato Cesetti a margine dell’udienza –, risulta dagli atti.

I carabinieri di Porto Recanati intervenuti sul posto hanno verbalizzato che la persona offesa non presentava ferite o segni evidenti e l’auto del mio assistito, trovata parcheggiata a 100 metri di distanza, non presentava danni o segni apparentemente riconducibili ai fatti descritti dalla persona offesa. Tra l’altro al pronto soccorso è stato dimesso dopo appena quattro minuti (è entrato alle 17.41 ed è stato dimesso alle 17.45). La ricostruzione della persona offesa è smentita dalle risultanze oggettive, la ricostruzione del mio assistito è invece confermata dalle risultanze oggettive». Il militare ieri si è costituito parte civile con l’avvocato Donato Attanasio.

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