Strangolato per strada a Civitanova: nigeriano ucciso a mani nude da un operaio campano. «Importunava la mia donna»

Strangolato per strada a Civitanova: nigeriano ucciso a mani nude da un operaio campano. «Importunava la mia donna»
Strangolato per strada a Civitanova: nigeriano ucciso a mani nude da un operaio campano. «Importunava la mia donna»
di Daniel Fermanelli
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Sabato 30 Luglio 2022, 04:50 - Ultimo aggiornamento: 16:59

CIVITANOVA Lo ha inseguito e aggredito sul corso Umberto I, fino a togliergli il respiro. Prima lo ha colpito con una stampella e poi gli è salito sopra e lo ha strangolato a mani nude, senza pietà. È morto così - tra l’indifferenza dei passanti - il nigeriano Alika Ogorchukwu, 39 anni, residente a San Severino.

 

L’assassino è un 32enne originario di Salerno e domiciliato a Civitanova, Filippo Claudio Ferlazzo.

A scatenare la furia omicida è stato l’atteggiamento molesto della vittima, un mendicante che vendeva fazzoletti ai passanti. Ogorchukwu aveva iniziato a infastidire la fidanzata del campano davanti alla stazione. «La stava importunando», avrebbe riferito poi Ferlazzo. Chiedeva soldi con insistenza. Poi qualche parola di troppo nei confronti della donna ha fatto scattare la reazione choc del campano. Ogorchukwu si è allontanato e l’aggressore lo ha inseguito, bloccandolo poco dopo davanti al negozio “Donne e uomo in”. Ha afferrato la stampella con cui il nigeriano si aiutava in quanto aveva difficoltà motorie a seguito di un incidente e l’ha usata come arma. Lo ha colpito ripetutamente. Una colluttazione molto violenta. E Ferlazzo ha avuto la meglio. Di corporatura robusta, ha poi schiacciato a terra il nigeriano, sedendosi sopra di lui. Gli ha preso un braccio e dopo un combattimento andato avanti per diversi secondi, lo ha soffocato.


L’indifferenza


Tutto sotto gli occhi dei passanti. Nessuno è intervenuto, mentre c’era chi filmava con il telefonino. Solo qualcuno ha provato a chiedergli di fermarsi: «Basta, basta: così lo ammazzi». Ma non è servito a nulla: il medicante è morto poco dopo. In pochi istanti sono arrivati il 118 e la polizia. Ferlazzo (a Civitanova dallo scorso maggio) aveva cercato di fuggire, ma gli agenti della Volante lo hanno bloccato poco dopo grazie alle indicazioni di alcuni testimoni. L’uomo è stato portato in commissariato e arrestato. La vittima abitava a San Severino con la moglie e un figlio piccolo. Chiedeva l’elemosina soprattutto a Civitanova e in centro storico a Macerata. Alcuni commercianti sottolineano che era solito chiedere soldi con insistenza. Ma l’avvocato Francesco Mantella, che tutela la famiglia, lo descrive in maniera diversa. «Era un uomo tranquillissimo, non ha mai dato fastidio a nessuno. Non era un provocatore. La nostra società sta andando sempre più verso una deriva xenofoba e intollerante verso i più deboli. Civitanova è stata sempre una città aperta e tollerante: dobbiamo interrogarci sul perché possono accadere simili tragedie». Sul posto è arrivata la moglie della vittima, urlando straziata dal dolore. A svolgere le indagini - coordinate dal procuratore Claudio Rastrelli - è la Squadra mobile della questura di Macerata, guidata dal dirigente Matteo Luconi. Sono stati effettuati i rilievi scientifici ed è stata disposta l’autopsia, affidata al medico legale Ilaria De Vitis. A inchiodare Ferlazzo - un operaio metalmeccanico ora accusato di omicidio volontario e rapina - sono sia le immagini della videosorveglianza che un filmato amatoriale realizzato da un passante. «Quell’uomo chiedeva i soldi con insistenza - ha raccontato alla polizia la compagna dell’arrestato -. Si è avvicinato a me con grande invadenza e il mio compagno ha perso le staffe». 


Le testimonianze 


Civitanova è sconvolta. «Ho sentito le urla: io abito proprio qui sopra e sono sceso subito», ha raccontato un uomo, un giornalista dell’Est Europa, che preferisce restare nell’anonimato. È stato il primo a chiamare i soccorsi. «Sentivo urlare “aiuto, aiuto”. Ho visto il nigeriano per terra, l’aggressore era già fuggito. Ho chiamato subito l’ambulanza. Nel frattempo è passato un bagnino, che ha eseguito le prime disperate manovre di rianimazione. Poi sono arrivati la polizia (nelle vicinanze per dei controlli disposti dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica) e l’ambulanza. I soccorritori hanno fatto di tutto per salvargli la vita, ma è stato inutile». Sotto choc la commerciante Laura Latino. «Avevo chiuso il negozio un po’ più tardi del solito, verso le 13.45 - racconta la proprietaria del negozio “Donna e Uomo In”, davanti al quale è avvenuto il delitto -, ed ero uscita per andare a pranzo. Altrimenti sarebbe successo tutto di fronte ai miei occhi. Mentre andavo al ristorante ho incontrato il nigeriano, che mi ha chiesto dei soldi, più o meno all’altezza dell’inizio del lungomare Sud, in maniera abbastanza insistente. Una mia amica mi ha raccontato che poco prima lo aveva incontrato nei pressi del bar La Galleria». Quello di Ogorchukwu era un volto noto in centro. «Stava sempre sul corso a chiedere l’elemosina, non creava particolari problemi - ha raccontato Debora Pennesi, presidente dei commercianti di Civitanova -. Era insistente, però se non lo consideravo andava via». Ma ieri pomeriggio una parola di troppo gli è costata la vita.

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