C’è il nullaosta, sabato i funerali di Rosy: «Sottoposta a una coabitazione penosa»

C’è il nullaosta, sabato i funerali di Rosy: «Sottoposta a una coabitazione penosa»
C’è il nullaosta, sabato i funerali di Rosy: «Sottoposta a una coabitazione penosa»
di Benedetta Lombo
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Giovedì 31 Dicembre 2020, 05:40 - Ultimo aggiornamento: 17:57

MONTECASSIANO - Fissati i funerali di Rosina Carsetti, per gli inquirenti la 78enne uccisa la sera della vigilia di Natale, sarebbe stata costretta da marito, figlia e nipote, a una coabitazione «umiliante e penosa». Il difensore Andrea Netti: «Andiamoci con più calma con le ricostruzioni, il quadro della vita di questa donna è quasi agli antipodi di come è stato fino ad oggi presentato», poi il legale aggiunge che è stato trovato: «Qualcosa indossato dal ladro che è rimasto sulla scena del delitto».

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Intanto il procuratore Giovanni Giorgio ha dichiarato di voler nominare un consulente per effettuare una perizia sui segni alla portafinestra della cucina da cui, secondo la versione dei familiari, sarebbe passato il rapinatore.


Inizialmente fissati per lunedì scorso e poi bloccati dalla procura per motivi di natura burocratica, i funerali di Rosy saranno celebrati sabato 2 gennaio alle ore 15 nella chiesa di Valle Cascia dopo che ieri la procura ha rilasciato il nullaosta. Intanto emergono ulteriori particolari sulle contestazioni che il procuratore Giorgio e il sostituto Vincenzo Carusi fanno ai familiari di Rosina. Il 7 gennaio il nipote 20enne, Enea Simonetti, sarà interrogato dagli inquirenti ma l’avvocato Netti (che difende i familiari insieme alla collega Valentina Romagnoli) ha già anticipato che si avvarrà della facoltà di non rispondere. Enea è accusato di omicidio volontario aggravato e maltrattamenti aggravati, entrambi i reati in concorso con la mamma Arianna Orazi e il nonno Enrico Orazi, (mentre solo nei suoi confronti la procura ipotizza i reati di simulazione di reato e favoreggiamento). 

In merito all’accusa di maltrattamenti per i magistrati, nipote, figlia e marito avrebbero sottoposto Rosy a una coabitazione «umiliante e penosa», costringendola a subire insulti, minacce, percosse, aggressioni fisiche, danneggiamenti di mobili, «dispetti» e una serie di vessazioni tra cui la sottrazione del cellulare e delle chiavi di un’auto che lei usava. Era probabilmente questo ciò che Rosy avrebbe voluto raccontare all’avvocatessa Egle Asciutti del centro antiviolenza Sos Donna di Macerata a cui si era rivolta il 19 dicembre scorso accompagnata da un’amica. Non è escluso che i familiari possano averlo scoperto solo successivamente e tra i sospetti degli inquirenti c’è anche che questa possa essere stata la scintilla che ha portato all’aggressione mortale. Ma, come detto, è solo una delle ipotesi al vaglio degli investigatori che proseguono negli accertamenti anche di natura tecnica su tabulati, telecamere, telefoni e computer. Da quanto è stato possibile appurare, escluse eventuali telecamere di abitazioni private, nella zona in cui si trova la villetta della famiglia Orazi, non sembrerebbero esserci occhi elettronici; le telecamere comunali infatti si trovano presso la rotatoria di Sambucheto, alcune nella piazza centrale di Montecassiano e altre lungo la strada statale 361. I carabinieri hanno acquisito le immagini registrate dalle telecamere poste dinanzi al supermercato di via Primo luglio che si trova a qualche centinaio di metri dalla villetta da cui potrebbero emergere particolari importanti. Ieri mattina il consulente informatico Luca Russo ha effettuato un ulteriore sopralluogo nelle vicinanze della villetta dove sono tornati, con i carabinieri anche Arianna e il figlio, entrato nel giardino mentre la mamma è rimasta in auto. Non c’era Enrico perché in questi giorni ha la febbre (negativo al Covid). 

In relazione alla scala blu trovata alle spalle della villetta e che per la difesa potrebbe essere stata utilizzata dal rapinatore per introdursi all’interno della villetta, i vicini hanno riferito che si trova lì da tempo.

Invece, sui segni di effrazione che per la procura potrebbero o essere precedenti alla sera del delitto o creati ad hoc per simulare la rapina, il procuratore Giorgio ha anticipato che nominerà un consulente. È da chiarire invece il ritrovamento fatto dai difensori martedì scorso nel corso del sopralluogo, l’avvocato Netti parla di «qualcosa indossato dal rapinatore» che dovrà essere sottoposto a specifici accertamenti. Infine, in merito all’autopsia sembra che siano emersi segni sul collo di Rosina, «compatibili con qualcuno che entra per rubare e si trova di fronte una persona», oppure con uno strangolamento al culmine di una discussione. Le indagini proseguono.

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