Il racconto choc del giovane sequestrato: «Mi hanno preso a bastonate e trascinato a forza in auto»

Via Carducci e la palazzina teatro del sequestro di persona
Via Carducci e la palazzina teatro del sequestro di persona
di Benedetta Lombo e Marco Pagliariccio
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Venerdì 15 Ottobre 2021, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 16 Ottobre, 10:37

MONTE SAN GIUSTO - Quando i carabinieri sono entrati e lo hanno liberato il giovane londinese è esploso in un pianto liberatorio. Dopo otto giorni di prigionia, nutrito con gli avanzi che gli passavano i suoi aguzzini, in una stanza buia, sporca, degradata e fatiscente come tutta l’abitazione dove era finito, con le tapparelle abbassate e i mobili messi appositamente davanti alla finestra per impedire che il sole entrasse.

Un raggio di luce è entrato quando i carabinieri del Ros e del Reparto operativo provinciale hanno fatto irruzione. Era ammanettato ad una scala, i militari lo hanno liberato e portato via, il giovane era affamato e fortemente provato per quella terribile esperienza. È uscito da quell’abitazione coprendosi il viso, i suoi occhi non erano più abituati a vedere la luce.

Dopo, in un italiano parlato con qualche difficoltà ha raccontato agli investigatori quello che era successo: «Ci siamo conosciuti in un locale della costa.

Una sera mi hanno colpito con un taser, con dei bastoni e uno spray al peperoncino. Mi hanno rinchiuso in un’auto e portato in quella casa». Un viaggio di un paio d’ore. È iniziato così il racconto dell’incubo. Il giovane, 25enne vive in un quartiere di Londra. A giugno (atterrato a Bologna) aveva deciso di raggiungere l’Italia e visitare la zona centrale del Belpaese. Era stato in Toscana, nelle Marche e in altre realtà del centro. Aveva frequentato i locali più gettonati della costa, non solo quella maceratese; in più di tre mesi aveva conosciuto ragazzi e ragazze, aveva soggiornato in posti diversi e fatto esperienze nell’estate post lockdown. Ma quel giovane inglese, vestito alla moda, non era passato inosservato. In un locale della movida si era conosciuto con quelli che sarebbero diventati i suoi aguzzini. Avrebbero iniziato a spillargli un po’ di quattrini, capendo che l’inglese ha parecchi soldi in tasca, anzi nella carta di credito (il compagno della madre è benestante). Poi il piano choc del rapimento.

A Monte San Giusto, in via Carducci, nessuno si era accorto di nulla. «Non voglio problemi, non ho visto né sentito nulla», ha tagliato corto ieri un anziano che abita poco lontano dal condominio dove il 25enne inglese è stato sequestrato. Chi vive nella zona di quel condominio, dove l’intonaco cade pezzo dopo pezzo e sopra il portone d’ingresso i mattoni e le tubature sono a vista (non certo per scelta architettonica), non si è avvicinato. Nessuno, però, avrebbe mai immaginato una vicenda simile. Roba d’altri tempi, di altri luoghi.

E nessuno aveva notato né sentito movimenti strani nei giorni precedenti al blitz. «Io ho visto arrivare l’ambulanza e pensavo stessero riportando a casa un signore di qui che da tempo è ricoverato in ospedale – ha raccontato un’anziana, anch’essa residente lungo via Carducci –, poi sono arrivate quattro o cinque pattuglie dei carabinieri: abbiamo capito che stava succedendo qualcosa di grosso. Vedere dei ragazzi portati via in manette, qui a due passi da casa nostra, mi ha fatto impressione». Un uomo, poco più in là, stava facendo dei lavori al suo appartamento. «Qui è così da anni – ha evidenziato – nell’appartamento sopra al mio, attualmente sfitto, il proprietario una volta ha sorpreso una trentina di ragazzini a fare baldoria. Erano entrati nell’appartamento senza dire niente, contando sul fatto che fosse vuoto. Servono più controlli per queste situazioni».
 

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