Macerata, torna la Partita della donna libera: 8 marzo nel segno dell’inclusione

Serie di iniziative della Provincia. Sestili: «Deboli ed emotive? Lo sport insegna che non è vero»

Torna la Partita della donna libera: 8 marzo nel segno dell’inclusione
Torna la Partita della donna libera: 8 marzo nel segno dell’inclusione
di Marco Pagliariccio
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 6 Marzo 2024, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 08:26

MACERATA - Sarà 8 marzo un all’insegna di sport e inclusione a tutto tondo quello ideato quest’anno dalla Provincia. Naturalmente, un tocco di “rosa” non poteva mancare e allora venerdì, dalle 16.30 alle 22, lo stadio della Vittoria torna a ospitare la Partita della donna libera, seconda edizione del torneo regionale categoria Under 12 che vede sfidarsi diverse realtà del calcio femminile: oltre alle padrone di casa della Maceratese, parteciperanno Filottranese, Jesina, Offagna, Polisportiva Mandolesi Porto San Giorgio, Ponte San Giusto e Villa Musone.

L’evento

«È stato un evento di grande successo lo scorso anno, era naturale riproporlo – ha confermato Laura Sestili presentando l’iniziativa ieri mattina nella sala consiliare della Provincia insieme alla presidente di Soroptimist Daniela Medei – lo sport ci insegna che pensare alle donne come deboli, emotive e poco competitive è assolutamente sbagliato.

E lo dico da figlia di un ex calciatore, cresciuta sui campi da calcio sin da piccolissima. Credo nello sport come fondamentale strumento educativo, che abitua i ragazzi al rispetto e all’organizzazione». Il Macerata Calcio Femminile è una realtà che, in sette anni di vita, ha raggiunto le 300 tesserate dalla prima squadra a tutte le categorie giovanili.

I valori

«Lavorare con ragazze dai 6 ai 28 anni è complesso ma per noi uomini è estremamente arricchente: ci insegnano quanto siano importanti gentilezza e sensibilità – ha spiegato Massimiliano Avallone, presidente del club – ci sono sempre meno pregiudizi nei confronti delle ragazze che iniziano a giocare a calcio, quando abbiamo iniziato e chiedevamo ai genitori se erano interessati a far provare le loro figlie ci guardavano come se fossimo degli alieni. Lo sport è uno strumento di rivincita per le donne, ma siamo ancora molto indietro: se ogni città ha anche due o tre squadre di calcio, noi per fare delle partite dobbiamo sobbarcarci una media di 100 km di trasferta ogni volta». L’altro appuntamento sarà invece “uno e trino”. Sempre l’8 marzo, ma alla Beata Corte di Serrapetrona, si terrà “Un calcio allo stigma”, il primo dei tre eventi organizzati in collaborazione con Cluentina Calcio e Beata Corte, struttura residenziale psichiatrica del gruppo Kos. Il pomeriggio prevede un incontro tra gli ospiti della struttura e allenatore e giocatori della Cluentina Calcio. Si prosegue il 15 marzo quando una selezione di giovani atleti della Accademia calcio Cluentina, coetanei degli ospiti di Beata Corte, si recherà nella struttura dove verrà proiettato il docufilm “Pazzi per il calcio”.

L’amichevole

L’ultimo appuntamento è previsto il 22 marzo al campo “Tonino Seri” di Macerata dove i ragazzi e le ragazze di Beata Corte giocheranno un’amichevole insieme ai giovani atleti dell’Accademia calcio Cluentina. «Abbiamo sempre cercato di coinvolgere chi è meno fortunato di noi – ha evidenziato Massimiliano Marcolini, presidente della Cluentina – per questo abbiamo deciso di creare un contatto tra i nostri ragazzi e altre realtà del territorio». «Accogliamo ragazzi dagli 8 ai 18 anni con i disturbi più disparati: dall’autismo alla depressione, passando per vittime di abusi e ragazzi che hanno tentato il suicidio. Col calcio siamo stati dei pionieri, avendo organizzato squadre di calcetto già anni fa: è uno strumento potente per abbattere i pregiudizi dei calciatori, dei ragazzini e dei loro genitori», ha finito il coordinatore di Beata Corte Massimiliano Savi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA