È corsa al Superbonus: «Proroga ok, ora serve un piano strutturale»

È corsa al Superbonus: «Proroga ok, ora serve un piano strutturale»
È corsa al Superbonus: «Proroga ok, ora serve un piano strutturale»
di Giulia Sancricca
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Domenica 25 Febbraio 2024, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 15:12

MACERATA Diventa legge la norma che prevede la cumulabilità del Superbonus 110% con il contributo sisma. Una notizia che, seppur apprezzata dai tecnici, fa nascere non pochi interrogativi su come la ricostruzione dovrà procedere nei prossimi mesi, di pari passo con scadenze che nel settore dell’edilizia pesano come macigni. Da un lato il costo delle materie prime che porta il prezzo della riparazione notevolmente al di sopra del valore di mercato, dall’altro committenti che attendono di rientrare a casa ma non è detto che abbiano la possibilità economica di sopperire alle spese in accollo.

I fondi

È qui che entra in giorno il 110%, ma in che misura e fino a che punto può essere un aiuto per una ricostruzione che parte dalla progettazione e che quindi vede un tempo, come quello del 2025, davvero dietro l’angolo? La risposta chiara arriva da Vittorio Lanciani, presidente dell’ordine degli architetti di Macerata: «Il commissario cerca di fare quello che può - la premessa -, ma di fatto noi siamo praticamente bloccati sul 110%».

Due i nodi da sciogliere secondo l’architetto: «Bisogna chiarire subito, in questo momento, se la scadenza del 2025 sarà prorogata o no. Perché l’inserimento del 110% viene fatto al momento della progettazione.

Se sapessimo oggi che dopo il 2025 non ci saranno proroghe, agiremo di conseguenza: nei progetti che andiamo a realizzare da ora in poi non verrà inserito il Superbonus. Già ora siamo al limite: basti considerare il tempo della progettazione, dell’istruttoria, della ricerca di una ditta e dell’avvio dei lavori e siamo già al 2025. Potremmo inserire nel 110% le spese per le fondazioni, ma nulla di più e siamo a rischio». Il secondo nodo da sciogliere è la conseguenza del primo: «Se la scadenza ultima è del 2025 bisogna aumentare sin da subito il contributo parametrico per la ricostruzione». Secondo Lanciani, infatti, quest’ultima poteva essere l’effettiva soluzione a un mercato già saturo per via del 110%, senza prevedere ulteriori proroghe al bonus.

La scelta

«Purtroppo nessuno - dice - ha la capacità politica di correggere l'importo del contributo che viene fornito al metro quadro, che sarebbe la soluzione più lineare e logica. Se si aumentasse il contributo sisma non ci sarebbe bisogno di ricorrere al 110%. Quasi tutti i progetti della ricostruzione, facendo una statistica, vanno oggi ad attingere al Superbonus, ma non per fare lavori in più, semplicemente per evitare l’accollo sui committenti». L’architetto evidenzia la necessità di modificare la griglia dei costi parametrici predisposta da Errani quando era commissario: «Pongo un esempio: se si deve intervenire su una casa con la struttura in mattoni e il solaio in laterizio, e il solaio è lesionato, dal momento che la struttura prevalente è in mattoni il solaio non viene pagato come danno grave e non ho importi sufficienti per sostenere la sostituzione del solaio e devo attingere al 110%, oppure pagano i committenti.

Eppure il problema è lo stesso che può presentare un altro edificio senza mattoni ma a cui viene riconosciuto un contributo più altro». Parametri da calibrare, quindi, per rendere via via il Superbonus inutile ai fini della ricostruzione. Ma accanto a queste necessità c’è un punto cruciale: «I costi di riparazione sono notevolmente al di sopra del valore di mercato. E i parametri non coprono i costi necessari per ottenere il 60% del miglioramento sismico chiesto dalla legge». Secondo Lanciani quindi è necessario intervenire sulle tempistiche: «Bisogna prevedere tempi certi e nel medio periodo. Basta con le scadenze brevi che hanno saturato il mercato. Questa corsa per finire entro una data e quest’ansia da prestazione con proroghe che poi non risolvono fattivamente i tempi dell’edilizia sono solo deleterie».

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