L’Università di Macerata acquista il palazzo-gioiello della Banca d’Italia

L’Università di Macerata acquista il palazzo-gioiello della Banca d’Italia
L’Università di Macerata acquista il palazzo-gioiello della Banca d’Italia
di Luca Patrassi
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Domenica 17 Settembre 2023, 11:41

MACERATA A distanza di 14 anni dalla chiusura formale della monumentale sede maceratese di via Matteotti, Bankitalia ha dato il via libera alla vendita all’Università di Macerata dell’immobile di cinque piani e di un piano interrato della superficie complessiva di novemila metri quadrati. L’accordo è stato raggiunto alla cifra di 3,9 milioni di euro, esclusa l’Iva. 

 

Manca soltanto la formalizzazione del via libera (già dato ufficiosamente) da parte del Ministero per procedere con gli atti di compravendita. Una notizia clamorosa che è emersa per caso dalla visione di una delibera all’albo pretorio dell’Università. La delibera del Consiglio di amministrazione dell’Università risale addirittura alla fine dello scorso mese di giugno, ma nessuno ne aveva dato notizia, forse appunto in attesa della definizione di tutti i passaggi formali. Nessuna comunicazione da Unimc, quello che si sa è che il nuovo rettore John Francis Mc Court ha deciso di rompere gli indugi, fare pressing sulla Bankitalia per ottenere l’immobile monumentale che occupa un intero isolato su via Matteotti. 

Bankitalia, dagli oltre 40 milioni che ipotizzava di incassare nel 2009 dalla vendita dell’immobile a Macerata, è arrivata a ben più miti pretese ed appunto l’intesa è arriva sui 3.9 milioni di euro. Soldi che Unicm ha da alcuni anni grazie all’accordo che il rettore Francesco Adornato aveva definito con il Ministero per il restauro e l’acquisto di sede da destinare all’ateneo e alla sua attività didattica rispondendo così all’emergenza creata dal sisma che aveva reso inagibili alcune sedi universitarie. 

Inizialmente lo sguardo di Unimc si era diretto verso un immobile in piazza Pizzarello, ma l’operazione è naufragata per alcuni problemi della società. Per il centro storico maceratese una gran bela notizia: si va verso la ripaertura di un immobile prestigioso nella speranza che risulti anche attrattivo. Peraltro la chiusura della ex Bankitalia aveva portato problemi a catena per le attività di quella zona cittadina. Secondo le prime informazioni, il rettore dell’Università degli Studi di Macerata Mc Court pensa di portare nell’immobile ex Bankitalia gli uffici amministrativi, ora disseminati in varie zone della città. Va anche detto che l’immobile di via Matteotti è un bene vincolato e dunque il restyling non può andare a modificare la struttura rispettando dunque i contenuti e le linee architettoniche di riferimento: ne deriva che si tratta di un investimento imponente, soprattutto per le cifre legate alla rifunzionalizzazione visto che si parla di una cifra tra i 12 e i 15 milioni di euro. 

Questione economica a parte, per la città il recupero della ex Bankitalia è un segnale molto positivo che può segnare una inversione di tendenza anche per la vivibilità del centro storico, finora al centro di esercitazioni dialettiche che hanno inciso meno di nulla ed hanno lasciato la situazione di crisi- sia per gli aspetti economici che per i risvolti legati alla residenza - ben evidente da decenni.

Quanto all’immobile occupa appunto una superficie di 8997 mq.

«Il complesso immobiliare - si legge nel sito di Bankitalia - è stato sede della Filiale di Macerata della Banca d’Italia ed è costituito da tre edifici contigui edificati tra il 1500 e il 1700, posizionati sul centralissimo corso Matteotti, anticamente denominata Strada Grande. I palazzi che compongono il complesso immobiliare sono: Palazzo “Mozzi Marchetti”, poi Ferri, anche detto dei Diamanti, con la caratteristica facciata in bugnato a punte di diamante in pietra calcarea chiara, viene realizzato verso la metà del 500, a cura dell’omonima famiglia dell’arch. Torelli; Palazzo Rotelli, poi Lazzarini, costruito intorno al 1570 ed attribuito al Tibaldi, noto architetto, il cui stile manierista si riscontra nella facciata, con tre grandi portali, sovrastanti da altrettanto grandi finestroni, ampiamente arricchiti da vistosi timpani e fregi ed infine Palazzo Silvestri che fu costruito nel 1793 per volontà del marchese Antonio Silvestri».

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