CORRIDONIA - Trovato con 15 grammi di eroina, in manette un 42enne pakistano, è il terzo arresto in sei anni sempre per spaccio di eroina. Disposta la revoca del reddito di cittadinanza. L’operazione è scattata mercoledì sera, erano da poco passate le 20 quando una pattuglia di carabinieri aveva notato un pakistano uscire dal portone di casa e camminare lungo la strada mentre parlava al telefono con qualcuno.
Il pakistano per i militari non era un volto nuovo: Adnan Aslam nel 2015 lo avevano arrestato due volte, una ad aprile e una a maggio, sempre per detenzione di eroina ai fini di spaccio.
Insospettiti i militari di Corridonia, guidati dal luogotenente Giammario Aringoli, gli hanno intimato l’alt ma il pakistano, dopo essersi girato e aver riconosciuto le forze dell’ordine, se l’è data a gambe. Lo straniero ha iniziato a correre verso la zona chiamata dai corridoniani “Cerqueto”, in cui risiedono tantissimi connazionali e durante la fuga, accortosi che un carabiniere gli era quasi addosso, ha iniziato a buttare via le dosi di eroina che aveva in tasca. In strada ha buttato anche un bilancino di precisione che aveva con sé. Alla fine è stato raggiunto e bloccato. Sottoposto a perquisizione, il militare gli ha trovato in tasca 405 euro in banconote di piccolo taglio. Arrivato anche il collega che nel frattempo aveva bloccato la strada con l’auto di servizio, i militari hanno recuperato tutte le dosi buttate, in totale 12 risultate contenere complessivamente quasi 15 grammi di eroina.
A quel punto è scattata anche la perquisizione domiciliare, nell’appartamento in cui il pakistano vive con moglie e figli, però, non è stato trovato altro stupefacente.
E ieri Aslam è stato condotto in Tribunale a Macerata dai militari della stazione di Corridonia; a difenderlo in aula è intervenuto l’avvocato Domenico Biasco. Il 42enne ha deciso di non rispondere alle domande del giudice Federico Simonelli, si è solo limitato a dire che attualmente non lavorava, in passato aveva lavorato per un’impresa ma poi aveva perso quel posto. Si è quindi avvalso della facoltà di non rispondere, successivamente il giudice ha convalidato l’arresto, mentre in merito alla misura custodiale da applicare, il Pm Francesca D’Arienzo ha chiesto e ottenuto che il 42enne venisse posto agli arresti domiciliari. Il legale ha chiesto i termini a difesa e l’udienza è stata rinviata al 7 ottobre. Nel frattempo dagli accertamenti eseguiti è emerso che il pusher era percettore del reddito di cittadinanza, il sostegno economico - come da prassi in questi casi - gli è stato revocato.