Il Covid accende l'allarme nei pronto soccorso: reparti pieni e personale insufficiente

Il Covid accende l'allarme nei pronto soccorso: reparti pieni e personale insufficiente
Il Covid accende l'allarme nei pronto soccorso: reparti pieni e personale insufficiente
di Luca Patrassi
4 Minuti di Lettura
Martedì 2 Febbraio 2021, 10:00

MACERATA - Riesplode il caso dei pronto soccorso pieni di pazienti e “vuoti” di personale. Polemiche ce ne erano prima del Covid, segnali di difficoltà sono emersi di nuovo in queste ultime settimane con medici ed operatori stressati da carichi di lavoro pesanti da reggere.

Grandi numeri nei principali pronto soccorso della rete ospedaliera maceratese, vale a dire a Macerata e a Civitanova, numeri esigui nelle altre strutture che pure assorbono importanti risorse.

Il concetto

La giunta regionale, alla guida delle Marche da pochi mesi, ha ripetuto il concetto che vuole potenziare la medicina territoriale e garantire il diritto alla salute anche alle popolazioni meno garantite, quelle dell’entroterra in particolare.

Solo che, per ora, la linea di indirizzo politico si scontra con la logica dei numeri, quella di chi deve fare i turni di lavoro in tutte le strutture ospedaliere e si trova con carenza di medici e di operatori. 

La resistenza 

Peraltro un annodi Covid ha messo a dura prova la resistenza del personale sanitario dei reparti più esposti, pronti a dare il cuore e a guardare oltre l’ostacolo, ma pur sempre con il rischio derivante da attività serrate e continue. Insomma sul versante assunzioni le cose non funzionano, i bandi vanno deserti o comunque non raggiungono il fine sperato, in particolare per quelli del pronto soccorso. Mesi fa, giustamente, l’Asur aveva pubblicato un avviso pubblico alla ricerca di medici anche non specialisti da destinare alla Medicina di urgenza, era stata nominata la commissione, fatta la graduatoria che contava diverse decine di medici. Poi il nulla, nessuno ha firmato mai le relative assunzioni, come invece avvenuto in diverse altre regioni che pure hanno gli stessi problemi legati alla carenza di specialisti e alla impossibilità di fare assunzioni mirate. Dunque avanti, nell’Area Vasta 3, con l’organizzazione che vede attivi i pronto soccorso negli ospedali di Camerino, Civitanova e Macerata e i punti di primo intervento a Tolentino, Recanati e San Severino oltre a un punto di assistenza medica a Matelica. Con la differenza che a Macerata e a Civitanova si presenta il 90% degli utenti, con gli altri ospedali che raccolgono le poche legittime richieste che arrivano dall’entroterra. Dunque turni garantiti h 24 nelle varie strutture ospedaliere con risorse che però non sono sufficienti a coprire i bisogni che si manifestano nella copertura dei turni. La visione dei dati nei punti di primo intervento dice che a Recanati, Tolentino e San Severino non ci sono mai persone in attesa, e le persone in visita si contano sul palmo della mano se si analizzano i tabulati di un’ora qualunque, al mattino o alla sera. Nel periodo dal 23 al 27 gennaio scorso a Tolentino la verifica, fatta in due fasce orarie della giornata, ha riscontrato un solo accesso mentre Macerata o Civitanova viaggiano su diverse decine. 

La situazione 

Poche presenze anche per Camerino che pure rappresenta il presidio dell’entroterra. Solo che per dare contenuti a un reparto, e a un ospedale, ci vogliono anche gli operatori sanitari e strutture che siano di richiamo anche per i professionisti.Altrimenti ci si ritrova con dati come quelli registrati alle 13 del 25 gennaio scorso: a Camerino c’erano zero pazienti in attesa e 6 in visita, a Civitanova rispettivamente 3 e 21, a Macerata 6 e 39. Zero presenze a Matelica e zero presenze nei punti di primo intervento degli ospedali di Recanati e di Tolentino, una sola visita al Ppi di San Severino.

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