Civitanova, simulano drammi familiari
Parroci truffati per oltre 72 mila euro

Due sacerdoti raggirati da triffatori
Due sacerdoti raggirati da triffatori
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- Ultimo aggiornamento: 4 Febbraio, 05:25
CIVITANOVA - Da due parroci si fanno dare oltre 72 mila euro. In quattro sono stati rinviati a giudizio per truffa. Si tratta del civitanovese Vincenzo Di Maso, trentacinquenne originario di San Giovanni Rotondo, Pietro Tomasiello, 44 anni, originario di Palermo ma residente anche lui a Civitanova e poi Alexandru Catalin Manolache, romeno di 31 anni che vive a Macerata e Vasilica Alina Cuvuliuc, romena di 29 anni residente a Pioltello. Ai quattro viene contestata l’associazione (Di Maso e Tomasiello in qualità di organizzatori, gli altri quali partecipi) finalizzata alla commissione di una serie di truffe a parroci e sacerdoti. In particolare, in questo procedimento, due sono stati i parroci truffati, uno della S.S. chiesa del Rosario di Filiano (Potenza) e un altro di Castel D’Aiano (Bologna). Il modus operandi ricostruito dalla Procura era sempre lo stesso. Nel primo caso Di Maso era l’autore delle telefonate e il beneficiario dei vaglia postali, mentre Tomasiello e Manolache i titolari delle postpay su cui venivano effettuati gli accrediti. Di Maso avrebbe chiamato più volte il parroco raccontandogli di situazioni personali, familiari ed economiche disastrose in modo da far leva sui sentimenti di pietà e carità del sacerdote che tra il 2012 e il 2013 gli aveva donato a più riprese diverse somme di denaro per un totale di 4.730 euro. Più generoso era stato il secondo parroco che negli stessi anni avrebbe versato a Di Maso la somma complessiva di 67.421 euro. Anche in questo caso a fare le telefonate e a fare breccia nella sensibilità del parroco era stato Di Maso mentre Cuvuliuc sarebbe stata la beneficiaria insieme a Di Maso dei vaglia postali e Tomasiello il titolare della posta. Il parroco di Castel D'Aiano avrebbe versato l'ingente somma attraverso trenta vaglia postali e tre bonifici. Quando gli uomini di fede si sono accorti di essere stati truffati hanno deciso di rivolgersi a un avvocato e sporgere querela. A coordinare le indagini era stata quindi la Procura di Macerata dal momento che i soldi venivano incassati a Civitanova. Ieri la vicenda è finita all’attenzione del giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Macerata, Enrico Pannaggi e del pubblico ministero d’udienza, il sostituto procuratore Micaela Piredda. Il giudice ha disposto il rinvio a giudizio di tutti e quattro gli imputati. Il processo a loro carico si aprirà il prossimo 3 maggio. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Domenico Biasco, Giuseppe Ferrari, Simone Santoro e Vando Scheggia.
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