CIVITANOVA - Un’istituzione della ristorazione marchigiana chiuderà i battenti a fine mese. Dal 27 febbraio prossimo, niente più banchetti al ristorante Orso. Ben 45 anni di attività che due anni di pandemia hanno fiaccato. Ad annunciarlo è Rossano Orso, terza generazione della famiglia che a Civitanova è sinonimo di festa di matrimonio. Ma anche di veglioni e di convegni. In contrada Asola, su una collina verso l’Adriatico, nel 1977 ha aperto i battenti quello che sarebbe diventato il regno dei banchetti.
Un complesso dapprima costituito da un edificio che ospitata due sale e la grande cucina e che poi si è allargato. Oggi conta 4 sale per un massimo di 1.420 coperti più due parchi con giochi d’acqua per gazebo esterni e per le foto, un grandissimo parcheggio. Sono più di 80 i dipendenti, tra quelli fissi e a chiamata. Ma già prima del 1977 la fondatrice, Peppa Gazzani cucinava con una formula che sarebbe poi diventata il catering: in uno stabile di Fontespina, accanto a piazza San Carlo Borromeo, la moglie di Guido Orso preparava i pranzi di matrimonio poi serviti in location scelte dagli sposi.
Le associazioni di categoria, quelle sportive, gli enti, le istituzioni, i partiti, le onlus: in tantissimi hanno tenuto all’Orso un convegno, un incontro, una conviviale. E poi i veglioni. Quelli di Capodanno e quelli di Carnevale sono stati un appuntamento fisso per generazioni di civitanovesi. Come pure il Veglione Rossoblù con cui si celebrava la Civitanovese negli anni d’oro. Gli ampi spazi permettevano di ricavare piste da ballo, per cui c’è stato un periodo in cui le più importanti orchestre di liscio hanno fatto tappa all’Orso. Senza dimenticare, però, il motivo che ha reso possibile la nascita di questo impero: la cucina. Non c’è civitanovese che non abbia assaggiato le tagliatelle dell’Orso. La notizia della chiusura data da Rossano ha scatenato migliaia di reazioni, con messaggi di stima, solidarietà ed inviti a ripensarci. C’erano stato corposi investimenti negli anni prima della pandemia. Poi l’aumento delle bollette e il no della banca ad un nuovo finanziamento. Troppi i costi fissi di una struttura così grande. Ma rimane un groppo in gola a tantissime persone.