Uccise il cugino con una coltellata a Civitanova, il giudice dice sì al rito abbreviato

Uccise il cugino con una coltellata, il giudice dice sì al rito abbreviato
Uccise il cugino con una coltellata, il giudice dice sì al rito abbreviato
di Benedetta Lombo
3 Minuti di Lettura
Martedì 25 Luglio 2023, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 13:39

CIVITANOVA  - Omicidio sul lungomare Sud di un 30enne tunisino, il connazionale (e parente) 27enne Haithem Saidi chiede l’abbreviato, udienza rinviata al 28 settembre per la discussione. La difesa: «Abbiamo prodotto documentazione che attesta l’avvenuto versamento di soldi alla famiglia della vittima. Non è certo un risarcimento ma, diciamo, un segno di buona volontà». I parenti della vittima, Rached Amri, non si sono costituiti parte civile, mentre la posizione del coimputato, un connazionale 39enne attualmente irreperibile, è stata stralciata.

 

Si è celebrata ieri mattina in Tribunale a Macerata l’udienza preliminare a carico di Haithem Saidi, tunisino di 27 anni, cugino di secondo grado della vittima, e attualmente detenuto nel carcere di Ascoli.

L’accusa nei suoi confronti è di omicidio volontario semplice (non aggravato) del 30enne in concorso con il connazionale irreperibile Chokri Tayari. E proprio per via dell’assenza di aggravanti contestate Saidi ha potuto chiedere, tramite i suoi legali, gli avvocati Francesco De Minicis e Giuliano Giordani, di essere giudicato con rito abbreviato beneficiando così di uno sconto di pena (in presenza di aggravanti il procedimento si sarebbe incardinato dinanzi alla Corte d’Assise, ndr). Il delitto era avvenuto nella tarda serata dell’8 agosto scorso nelle vicinanze del parco Palatucci, da Porto Sant’Elpidio infatti Saidi e il cugino 30enne si erano dati appuntamento a Civitanova.

La discussione

Per gli inquirenti quella sera con Saidi c’era anche il connazionale Tayari. La discussione tra i due cugini si sarebbe fatta sempre più accesa finché Saidi aveva estratto un coltello e aveva sferrato un fendente contro il cugino all’altezza dell’emitorace superiore sinistro.


Immediatamente scattarono le indagini in prima battuta condotte dai poliziotti del commissariato di Civitanova e della Squadra Mobile di Macerata, poi affiancati dai carabinieri della Compagnia di Civitanova e del Roni di Macerata. Sulla scena del delitto fu rinvenuto e sequestrato il coltello sporco di sangue, poi furono acquisite le immagini registrate dalle videocamere di sorveglianza della zona, furono sentiti testimoni e furono analizzati i telefoni della vittima e dagli elementi raccolti gli inquirenti riuscirono a ricostruire la dinamica dell’aggressione e l’identità dell’aggressore individuato nella provincia di Fermo. Saidi fu fermato il giorno successivo, fu trovato da carabinieri e polizia nascosto sotto un balcone di una palazzina a Porto Sant’Elpidio dove vive un parente del 27enne, tra il piano terra e il primo piano. Fu poi individuato anche un altro tunisino che per gli inquirenti avrebbe partecipato moralmente e materialmente al delitto, il 39enne Chokri Tayari (difeso dal legale Marco Gasparri), irregolare in Italia e irreperibile. 

Dopo la chiusura delle indagini la posizione di quest’ultimo è stata stralciata e ieri si è celebrata l’udienza preliminare a carico di Saidi dinanzi al gup Claudio Bonifazi e al pm Stefania Ciccioli. I legali De Minicis e Giordani hanno depositato sia i documenti che attestano il versamento di circa 7.000 euro ai familiari della vittima, «come segno di buona volontà», ha spiegato l’avvocato De Minicis sia delle foto della ferita che l’imputato ha riportato alla testa la sera dell’omicidio (per la difesa Saidi sarebbe stato colpito alla testa dal cugino con un bastone), poi hanno chiesto di procedere con rito abbreviato.La richiesta è stata accolta e il 28 settembre il procedimento verrà discusso. Ieri i parenti della vittima non si sono costituiti parte civile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA