A stretto giro di posta arriva la piccata replica di Ermanno Carassai che sottolinea come ogni decisione sia stata presa in modo collegiale da tutta la giunta. E poi quella del Cda del Paolo Ricci che, in riferimento all’intervento di FdI, parla di «un abbaglio». Proprio Igori Pettinelli, coordinatore cittadino di FdI, ha acceso la miccia: «Ai diversi personaggi che, cavalcando strumentalmente la richiesta di chiarimenti dei genitori, cercano visibilità con il gioco dello scaricabile, diciamo di studiare le pertinenze. Il gestore dei nidi comunali, tramite convenzione, è l’Asp Paolo Ricci che riceve dalla amministrazione comunale oltre un milione di euro l’anno per il servizio. Se è vero che la questione della ristrutturazione interessa strutture comunali, è specificato in diversi articoli che manutenzioni e ristrutturazioni rimandino solo al settore patrimonio e lavori pubblici. Nessuna competenza sulla questione è in capo all’assessore Capponi che, tuttavia, insieme al dirigente ha esplorato diverse ipotesi sottoponendole alla giunta, alla ricerca di una soluzione definitiva, fattibile e sicura».
Il punto
Carassai non ci sta a tenere il barile scaricato da FdI: «Qualcuno sta facendo il gioco dell’opposizione. Parliamo di un’occasione irripetibile, 8 milioni di euro dal Pnrr.
La difesa
Quindi la difesa del Paolo Ricci, firmata da Alfredo Perugini, Paolo Piccinelli e Monica Rendina: «Troppo bello per essere vero, addossare la colpa della vicenda degli asili nido alla nostra azienda sarebbe un sollievo per molti. Ma non possiamo permetterlo. Il Paolo Ricci è un’eccellenza civitanovese e non solo in ambito socio-sanitario ed educativo. In questa vicenda siamo sempre stati e continuiamo ad essere aperti alla collaborazione con l’amministrazione comunale, facendoci parte attiva nell’individuare spazi alternativi al fine di recuperare i posti perduti per le chiusure dei nidi da ristrutturare. Abbiamo indicato la casa di accoglienza San Silvestro come alternativa. Possiamo proporre, non imporre soluzioni strutturali che spettano al Comune. Ma ora è necessario che tutti si mettano al lavoro: ci sono famiglie che da noi aspettano ben altre e più urgenti risposte».