Appello dell'avvocato Zucconi: «Riportiamo a Camerino le tre tele rubate dalle armate di Napoleone»

L'avvocato Zucconi
L'avvocato Zucconi
di Monia Orazi
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Venerdì 7 Maggio 2021, 07:05 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 00:04

CAMERINO - Va avviato il recupero di tre tele seicentesche trafugate dalle armate di Napoleone Bonaparte, oltre duecento anni fa, nel 1811, dal convento di San Salvatore a Camerino, finite in una piccola frazione di un Comune in provincia di Como. A lanciare la proposta, l’avvocato Corrado Zucconi, cultore ed appassionato di arte che in occasione dei duecento anni dalla morte di Napoleone Bonaparte ha voluto ricordare soprattutto le razzie di opere d’arte. 

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«Si è parlato molto di Napoleone Bonaparte in occasione dei duecento anni dalla morte. Per noi marchigiani Napoleone è stato soprattutto un ladro. Sarebbe ora di riaprire il discorso dei recuperi delle opere d’arte trafugate nel 1811.

Non è un sogno, tanto che gli amici di San Severino sono stati bravissimi a farsi restituire una grande tela del Pomarancio dal comune di Osnago in provincia di Lecco. Camerino, lasciando perdere per il momento le preziosissime tavole di Carlo Crivelli che la pinacoteca di Brera si tiene ben strette, potrebbe cominciare con le tre tele seicentesche provenienti dal convento di San Salvatore le quali, rifiutate da Brera, finirono nella frazione Visino del Comune di Valbrona, in provincia di Como, dove si trovano tuttora.

Un’abile trattativa condotta da chi di dovere potrebbe farci riavere almeno quei tre santi». Una serie di dipinti, di cui il più noto è il “Polittico di San Domenico di Camerino”, dipinto nel 1482 da Carlo Crivelli, furono portati via dalla città ducale, finendo in vari musei. Il polittico di Crivelli, raffigurante la Madonna con il Bambino ed alcuni santi, tra cui San Venanzio che regge in mano un gonfalone ed un modello della città, si trova in parte a Brera, in parte a Zurigo ed in parte a Francoforte. La proposta dell’avvocato Zucconi, rilanciata sui social ha trovato numerosi consensi e chissà che grazie a questo non si inizi un fruttuoso cammino, per far tornare a casa importanti testimonianze artistiche dei secoli d’oro della città.

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