Pasta, tisane, latte al miele di tiglio e, soprattutto, niente alcol. Il sonno «è un meccanismo complesso e ci sono ancora tante cose da scoprire». Un piccolo aiuto per favorirlo, nei casi in cui a rendere difficile il riposo è il nervosismo o l'ansia, «può arrivare anche dalle buone abitudini alimentari a cena», ma rimedi più utili «li offre soprattutto la fitoterapia». A dirlo all'Adnkronos Salute Ciro Vestita, nutrizionista e fitoterapeuta, per la Giornata mondiale del sonno che si celebra oggi, 17 marzo.
Dal punto di vista alimentare «si può sicuramente fare qualcosa anche se non tantissimo - continua - e i carboidrati sono i cibi più accreditati per dare una serenità serale.
“Retrocessa” invece la camomilla: «in fitoterapia non è riconosciuta come pianta calmante, soprattutto perché troppo spesso viene mal preparata, mettendo acqua bollente sul sacchetto o sui fiori. Questo denatura la camomilla, come accade anche per il tè. Per avere un infuso ideale queste due piante hanno bisogno di acqua tiepida o calda, al massimo a 80 gradi. Con l'acqua bollente a 100 gradi la camomilla diventa eccitante, e questo è evidente nei bambini quando bevono una camomilla mal fatta. Con acqua bollente per più di 3 minuti si fa, in pratica, un decotto, non un infusione, con altri risultati. Questa pianta, in ogni caso, è indicata per i dolori mestruali, soprattutto in tintura madre. Per il sonno fa poco».
Se la tisana non piace «si possono usare compresse o gocce di valeriana, melissa o di lavanda, pianta poco conosciuta quest'ultima come ansiolitica ma che ha dato ottimi risultati. Anche l'olio essenziale sotto il cuscino, per l'aromaterpia è efficace», conclude.