L’ultimatum del Consiglio sui terreni Ligmar: «Subito i lavori o fuori 5 milioni». Il Comune pronto a incassare l'assicurazione

La Ligmar
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di Sonia Amaolo
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Sabato 24 Dicembre 2022, 03:25

PORTO SANT’ELPIDIO - Ligmar: il Comune chiederà il cronoprogramma dei lavori da eseguire alla proprietà dell’area e, se non riceverà alcuna risposta, chiederà cinque milioni di euro a Coface (assicurazione del credito). Se non partono subito i lavori ci si affida alla polizza fideiussoria per tirarsi fuori le gambe da questa lunga storia. Se ne è parlato in consiglio, con il voto all’unanimità (16 su 16) della mozione (emendata) del capogruppo FdI Giorgio Marcotulli. 
 

La situazione è complessa, c’è di mezzo una società fallita e ci sono difficoltà ad investire. Ma il Comune è tutelato, deve solo far valere i suoi interessi. Questo emerge dal dibattito. O si fanno strade, centro sociale a Fonte di Mare, rotatoria con sbocco sul centro commerciale, sottopasso per il lungomare, o si prendono i 5 milioni subito. «Dopo la demolizione dei manufatti sono passati anni e siamo ancora senza infrastrutture, almeno si escutano le polizze!» dice Marcotulli. Il capogruppo del Laboratorio Civico Pierpaolo Lattanzi fa le pulci alla convenzione: «Basterebbe inviare una pec a Coface – dice – Coface è garante, si è impegnata a pagare se l’esecutore dell’operazione immobiliare non riesce ad adempiere agli obblighi. È tutto scritto nella polizza. O la Esa avvia i lavori o prendiamo 5 milioni, chi ha sottoscritto le polizze è Esa controllata Maccaferri, gruppo fallito. Il cronoprogramma è saltato per aria nel 2021. L’attivo di questi signori era di 415 milioni, non ci sarà un piano di riqualificazione. Dobbiamo riscuotere per chiudere questa vicenda. Non fate scadere altre polizze come con i tre milioni della Fim. Seci è fallita, non dobbiamo aspettare, quei 5 milioni sono nostri. Il gruppo Maccaferri è titolare degli zuccherifici Sadam. Adesso possiamo mandare la pec senza timore di infastidire qualche amico». 

Il sindaco Nazareno Franchellucci ribatte «Ho proseguito il dialogo con la proprietà perché continuava ad avere un interesse fortissimo per l’area, poi quello che è accaduto lo sappiamo ma non è mai mancato il dialogo con il sottoscritto».

Giulia Catani dirigente dei Lavori Pubblici spiega che «Esa non è rimasta inerte in questi anni; ha bonificato il sito, ha presentato il permesso a costruire, che è stato rilasciato, ha presentato il progetto definitivo per le opere compensative ottenendo le autorizzazioni per l’escussione. Ha ottenuto l’autorizzazione per la parte commerciale, poi è successo quel che è successo e l’iter si è bloccato ma abbiamo le visure di Esa e Seci (fallita questa ultima a luglio 2021). Nel frattempo Esa paga regolarmente l’Imu di tutti gli immobili a Porto Sant’Elpidio, risulta attiva, con capitale sociale versato, non pubblica un bilancio nel 2019 e paga dipendenti e tasse. Vorremmo intervenire, ci sono tre anni e mezzo, sono congrui i tempi per realizzare le opere. Invieremo la pec ad Esa per chiedere il cronoprogramma e la risposta, poi ci orienterà per la seconda pec all’assicurazione. Il processo per escutere la polizza passa attraverso la Esa. Scriviamo alla società per capire le intenzioni poi all’assicurazione, monitoriamo cercando di non fare lo stesso errore della Fim». 

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