Lavori e più controlli, a Fermo task force su Tre Archi: «Ma rivedete la legge sugli arresti domiciliari»

Lavori e più controlli, a Fermo task force su Tre Archi: «Ma rivedete la legge sugli arresti domiciliari»
Lavori e più controlli, a Fermo task force su Tre Archi: «Ma rivedete la legge sugli arresti domiciliari»
di Sonia Amaolo
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Lunedì 13 Febbraio 2023, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 18:40

FERMO - Prende forma un centro sportivo e ambulatoriale tra Lido Tre Archi e San Tommaso. I lavori sono in corso di realizzazione e a ricordarlo è lo stesso sindaco Paolo Calcinaro sulla sua pagina Fb rimarcando che, magari, spunteranno poi «i soliti due che sui giornali non saranno d’accordo. Ci scommetto». Su Tre Archi, insomma, l’attenzione è sempre massima e, dopo il maxi blitz delle scorse settimane con ben 150 fra agenti di polizia, carabinieri, finanzieri e agenti della polizia locale, e le successive polemiche sugli appartamenti occupati, il quartiere resta al centro dei progetti del Comune.

 
La strategia


La sicurezza va garantita con le forze dell’ordine ma anche attraverso le numerose opere in cantiere che a mano a mano lo stanno fornendo di servizi essenziali.

Lo stesso primo cittadino contesta le critiche sollevate dopo il blitz in merito al ritorno dei cani nel quartiere, animali, in realtà, che sono stati subito dirottati verso i canili. Anche le nuove occupazioni segnalate dai residenti non riguardano in realtà gli appartamenti teatro del blitz coordinato dalla Prefettura, visto che le abitazioni sono state chiuse e sigillate.

Ma è in questo contesto che rischia di riaprirsi un’altra ferita, visto che ospitare soggetti agli arresti domiciliari può costare caro all’intero quartiere. L’emergenza è legata sempre al post operazione contro i covi dello spaccio e delle occupazioni. Per un amministratore di condominio questo non è più tollerabile e, con la raccomandazione di mantenere l’anonimato, mostra le prove dalle quali emerge il fenomeno dell’ospitalità per gli arrestati. Si tratta quasi esclusivamente di immigrati irregolari che, appunto, finiscono ai domiciliari dopo aver commesso reati di varia natura.

Partendo dal presupposto che chi vive in affitto può ospitare questi individui, si è creata una catena che comincia a presentare tutti i suoi problemi in termini di vivibilità nel quartiere fermano. Il nostro interlocutore riferisce di almeno 7-8 casi di persone che hanno usufruito di questa forma di ospitalità sempre negli stessi alloggi degli stessi palazzi dove ad ospitare sono in genere le stesse persone.


Il bilancio


«Qual è il bilancio dell’operazione durante la quale si sono mobilitate tutte quelle forze dell’ordine? - domanda il professionista -. Ricordo il blitz di tre anni fa, quando furono sigillati gli appartamenti, ma a che è servito se ci sono persone in affitto che firmano la dichiarazione di ospitalità per tunisini, marocchini e persone ai domiciliari senza casa? A questo punto mi domando come sia possibile che una sola persona, che si trova fra l’altro in affitto, possa firmare dichiarazioni per fino a 5 di questi soggetti, e tutto su un appartamento di 30 metri quadrati». Il sistema, in pratica, funziona così: si parte dalla dichiarazione di ospitalità per il detenuto rilasciata dal tribunale di sorveglianza domiciliare. La detenzione domiciliare è concessa a chi deve scontare una pena fino a 18 mesi ed è una delle misure alternative più richieste. Grazie a questo provvedimento i condannati possono chiedere al giudice di scontare la pena residua nella propria abitazione o in altro luogo, pubblico o privato.


L’avvocato 


Basta presentare, tramite il proprio avvocato, una richiesta al tribunale competente allegando la dichiarazione della persona disposta a ospitare e, analizzata la documentazione, il giudice competente decide se accettare oppure no. Si può perfino ottenere la modifica del luogo dove scontare i domiciliari e, per le case in affitto, non è necessario il consenso del proprietario, basta l’assenso dell’inquilino. Questo potrebbe spiegare la diffusione a macchia di leopardo di problematiche di sicurezza in certe aree di un quartiere che, negli ultimi anni, ha fatto passi da gigante in termini di riqualificazione e decoro.

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