Civitanova, gli operatori delle spiagge contestano la proroga: «Concessioni balneari fuori dalla Bolkestein»

Civitanova, gli operatori delle spiagge contestano la proroga: «Concessioni balneari fuori dalla Bolkestein»
Civitanova, gli operatori delle spiagge contestano la proroga: «Concessioni balneari fuori dalla Bolkestein»
di Emanuele Pagnanini
3 Minuti di Lettura
Domenica 12 Febbraio 2023, 02:50 - Ultimo aggiornamento: 13 Febbraio, 07:19

CIVITANOVA - L’anno di proroga delle concessioni balneari va usato per trovare una soluzione definitiva. Quella richiesta da Civitanova è far uscire i balneari dalla direttiva Bolkestein. Qualcuno, in subordine, auspica almeno l’applicazione di forme di tutela e indennizzo totale per chi dovesse perdere la concessione. Ma la battaglia, portata avanti da associazioni di categoria e sindacati, è evitare i bandi di gara.

La protesta

Categorica Mara Petrelli, presidente di Abat provinciale e titolare del Lido Cristallo: «Diamo il loro nome alle cose, l’evidenza pubblica delle concessioni balneari è un esproprio – sostiene – prorogarle di un anno non risolve il problema.

Confidiamo che il governo, in questo lasso di tempo, lavori per togliere i balneari dalla direttiva europea. Siamo i primi a volere la mappatura del litorale, anche se credo che gli uffici l’abbiano già in mano. Si scoprirebbe che il litorale non è un bene pubblico che rischia di scomparire: circa il 70% delle spiagge sono libere. Non essendo un bene scarso, deve uscire dalla Bolkestein». Per la Petrelli altre strade non sono praticabili: «Non abbiamo alcuna possibilità di mantenere la nostra concessione in un bando di gara, e ogni forma di indennizzo, peraltro ancora non chiara, non darebbe alcun futuro ha chi ha investito la propria vita nel chiosco. Noi paghiamo l’affitto sulla spiaggia ma tutto il resto è nostro, fatto con i sacrifici di una vita. I patti con lo Stato erano altri. Ora si cambiano le carte in tavola e ci danno in pasto alle multinazionali». Giuseppe Calza, stabilimento G7, spera che l’anno in più (concessioni fino al 2024, eventuali aste da fare nel 2025), serva proprio per arrivare ad una soluzione definitiva: «Ben venga la proroga se nel frattempo si lavora ad una via d’uscita che salvi la categoria. L’importante è che il rinvio non sia solo una forma di guadagnare tempo e di arrivare a fine mandato per poi lasciare la patata bollente ad altri. Perché continuare così è impossibile. Il settore è paralizzato, nessuno fa più investimenti. Attualmente siamo carne da macello. Da 14 anni viviamo tra coloro che sono sospesi e, dopo due anni di pandemia, questa doveva essere la stagione del rilancio. Ma è tutto fermo. Fuori i balneari dalla Bolkestein, in caso contrario si salvi la vita ai concessionari a conduzione familiare, tutelando chi ha questo lavoro come unica fonte di reddito».

Il contraltare

Marco Scarpetta (Raphael Beach) vede la proroga come un segnale positivo: «Significa che l’argomento è tornato sulla bocca dei politici. La priorità è la tutela dei nostri diritti, soprattutto dei piccoli concessionari. L’importante è che il rinvio non sia solo una boutade elettorale per guadagnare qualche voto alle prossime scadenze elettorali. Spero ci sia un impegno vero. La soluzione migliore è escludere i balneari dalla Bolkenstein. In ogni caso vanno adottate tutte le forme di tutela possibili per chi, come me, ha impostato la propria vita sull’acquisto di uno stabilimento».

© RIPRODUZIONE RISERVATA