Ricostruzione, a Servigliano vertice con Castelli e spinta ai cantieri: «Ora pratiche più veloci»

Ricostruzione, a Servigliano vertice con Castelli e spinta ai cantieri: «Ora pratiche più veloci»
Ricostruzione, a Servigliano vertice con Castelli e spinta ai cantieri: «Ora pratiche più veloci»
di Francesco Massi
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Domenica 24 Settembre 2023, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 16:53

FERMO - Molto è stato fatto e molto c’è ancora da fare. Ma ora il passo è diverso, più spedito, rispetto al passato. Una delle constatazioni emerse dall’incontro sulla situazione della ricostruzione post terremoto del 2016 tenutosi a Servigliano e organizzato dal Rotary Alto Fermano-Sibillini. Un’occasione di confronto tra il commissario straordinario per la ricostruzione Guido Castelli, con i tanti sindaci presenti dell’area del cratere, i tecnici progettisti, i rappresentanti delle imprese edili. Presente Marco Trovarelli, direttore dell’Ufficio speciale per la ricostruzione nelle Marche e il consigliere regionale Andrea Putzu.

 
Il tema


E’ il primo cittadino di Servigliano, Marco Rotoni, che sottolinea l’importanza della ricostruzione ma anche della rigenerazione dei territori, un concetto più ampio, questo, che si estende ad una visione di ricucitura in modo nuovo del tessuto sociale ed economico delle aree colpite dal sisma.

Tutto non sarà come prima, ma dovrà essere migliore di prima. Questo l’obiettivo ambizioso. La situazione comunque sta procedendo con una marcia diversa, per la ricostruzione pubblica e privata. Castelli ricorda che la ricostruzione è un’operazione complessa, la norma è unica ma le realtà territoriali sono diverse. Si sta «facendo molto. I soldi - sottolinea - ci sono in questo momento come non mai». Quindi Trovarelli rimarca che, se ci sono ritardi, le responsabilità sono dei vari attori, eventualmente dell’Usr che non approva velocemente un’opera, delle ditte, dei professionisti, dei Comuni che ritardano ad esplicare tutte le funzioni. 


La fase


«Comunque - rimarca Castelli - la ricostruzione privata sta procedendo bene. Le pratiche in media all’Usr si fermano 45 giorni, si è mantenuto il contributo per il terremoto e il sisma bonus, evitando accolli eccessivi ai privati e combattendo l’inflazione che ha decuplicato i costi. Qualche problema c’è, ovviamente. Innanzitutto ci vorrebbero 4mila professionisti in più. Poi ci sono ancora 22mila richieste di contributo che non si concretizzano perché ci sono ritardi nella presentazione dei progetti. Almeno bisognerebbe essere più tempestivi a mandare avanti progettazioni e lavori relativi a chi prende un Cas più alto».


Il settore


Poi c’è il problema relativo alle imprese. Con l’arrivo del 110% molte si sono spostate su questi lavori, fuggendo dai cantieri per la ricostruzione. Hanno preso più lavori di quanti potessero sostenerne, e alla fine hanno riempito i loro cassetti di crediti fiscali. Molte, ora, sarebbero più disponibili per la ricostruzione nell’area sisma, ma spesso sono bloccate dai crediti fiscali incagliati dovuti al 110%. «Certo è che c’è poi una certa speculazione sui costi. Ora - ricorda ancora Castelli - si sostengono costi pubblici di 3.600 euro a metro quadrato per la ricostruzione, un’esagerazione considerando l’inflazione». Voce Fabrizio Luciani, presidente di Confindustria Fermo, rimarca che «se manteniamo questo ritmo, la ricostruzione sarà rapida».


Fra le iniziative di questi ultimi mesi, infine, l’intesa fra la Svem, la Società di sviluppo della Regione, e Castelli, con il fondo complementare sisma che ha permesso di approvare 1.352 progetti di cui 627 nelle marche. progetti di aziende, che dimostrano la vitalità dei territori. A livello di pratiche, sottolinea Andrea Santori della stessa Svem, «siamo passati da 50 milioni di euro nel 2021 a 100 nel 2022 e la Regione ci ha chiesto di chiudere a 300 quest’anno». C’è anche il pressing per riaprire le filiali bancarie nei piccoli Comuni, «magari uno sportello ogni tre», come dice ancora Santori, aiutando i sindaci a intercettare i fondi europei.

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