Steat, gli ambientalisti alla carica su Santa Lucia e Monte Cacciù: «Che sbaglio vendere i gioielli di famiglia»

Steat, gli ambientalisti alla carica su Santa Lucia e Monte Cacciù: «Che sbaglio vendere i gioielli di famiglia»
Steat, gli ambientalisti alla carica su Santa Lucia e Monte Cacciù: «Che sbaglio vendere i gioielli di famiglia»
di Serena Murri
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Mercoledì 19 Aprile 2023, 03:50 - Ultimo aggiornamento: 12:27

FERMO Fermate la vendita del bosco di Monte Cacciù. Il Coordinamento delle associazioni ambientaliste del Fermano e il Gruppo Ecologisti del Piceno sono tornati alla carica sulla decisione della Steat. Le due associazioni hanno rimarcato la loro «assoluta contrarietà sulla vendita dell’area» e ribadito anche la preoccupazione per la ex stazione di Santa Lucia. L’area di Monte Cacciù «è stata ceduta dalla Provincia alla Steat - hanno precisato - per una ricapitalizzazione che agevolasse l’accesso al credito, necessario per il rinnovo del parco mezzi e fare fronte a una dipendenza da fondi pubblici non sempre sufficiente e puntuale. C’è un dovere di tutela verso un’area proveniente dal socio pubblico più rilevante, che a sua volta l’aveva ricevuta in donazione con finalità specifiche, del tutto incompatibili con una vendita». 



Nell’area, sulla quale gravano diversi vincoli di tipo ambientale, paesaggistico e archeologico «è presente un unico edificio in stato fatiscente.

Per quell’edificio, e solo per quello, l’ex presidente Fabiano Alessandrini durante il suo mandato, aveva richiesto una variante per il cambio di destinazione, richiesta che stando al contenuto della mozione presentata dal consigliere Interlenghi, sarebbe stata respinta. A nostro parere, una simile variante non potrebbe mai essere accolta, per i vincoli presenti e il valore ambientale dell’area che sono incompatibili con un utilizzo turistico». Invece, le associazioni rimarcano che «la Steat dovrebbe concordare con il Comune di Fermo le modalità di gestione e di valorizzazione dell’area, favorendo la conoscenza e la fruizione da parte dei cittadini e delle scolaresche per la bellezza di tutto quel crinale dal punto di vista panoramico e storico, con la chiesetta della Madonna del Buon Consiglio, all’inizio della strada che sale verso Monte Cacciù e che porta al bosco, la cui edificazione risale ai primi del 1300». A questo «si aggiunge il problema dell’area Santa Lucia su cui ancora non troviamo una risposta ragionevole all’inerzia del Comune di Fermo, che poteva evitarne la vendita, con una procedura riservata che gli avrebbe permesso di acquisire il tutto a un prezzo ben inferiore a quello che poi la Steat ha pagato».

«Area Santa Lucia strategica»
 

Per gli ecologisti «l’area di Santa Lucia è strategica per il Comune, che ha rinunciato ad esercitare il privilegio di un acquisto agevolato. La presenza di una nuova scuola in quella via, rende preoccupante l’ipotesi che l’area prospiciente possa essere sfruttata da un privato, con nuove volumetrie e cambi di destinazione». Le associazioni sostengono di «avere a cuore il destino della Steat ma gli oneri dei due mutui in essere si concluderanno a breve, per questo pensiamo sia la Regione che debba fare la sua parte. Non si risolvono i problemi economici vendendo i gioielli di famiglia, che oltre ad avere un grande valore sociale e ambientale, hanno anche un valore spendibile come garanzie e accesso al credito per futuri investimenti. Chiediamo con forza alla Provincia e al Comune di fare tutto il possibile per fermare la vendita».

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