Fermo, i tre “padri” del nuovo ponte: «Mancano gli ultimi dettagli». Sopralluogo dei due architetti e dell'ingegnere

Fermo, i tre “padri” del nuovo ponte: «Mancano gli ultimi dettagli». Sopralluogo dei due architetti e dell'ingegnere
Fermo, i tre “padri” del nuovo ponte: «Mancano gli ultimi dettagli». Sopralluogo dei due architetti e dell'ingegnere
di Chiara Morini
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Giovedì 22 Febbraio 2024, 01:30 - Ultimo aggiornamento: 11:40

FERMO Fermo-Porto San Giorgio andata e ritorno in cinque minuti: al momento impossibile, ma quando sarà stato inaugurato, il ponte ciclopedonale sul fiume Ete renderà possibile andare e tornare tra Marina Palmense e Porto San Giorgio sud in una manciata di minuti. L’inaugurazione che, come ormai noto, ci sarà il 16 marzo prossimo arriverà a poco più di sei anni dall’assemblea pubblica della fine del mese di gennaio 2018, quando i due comuni, insieme ai propri tecnici e ai progettisti, presentarono l’opera alle due cittadinanze. Un’opera attesa, lunga, difficile, della quale si parlava da decenni e che ora è realtà, e presto sarà fruibile. Un’opera che già si vede da entrambi i lati del fiume Ete, dal porto in particolare per Porto San Giorgio, e da Marina Palmense e che, da entrambi i lati, già desta l’interesse di cittadini e curiosi. E c’è stato anche chi, nei giorni scorsi, ha divelto le recinzioni per fare una passeggiata.

I progettisti

Il ponte c’è ma, spiegano i progettisti, «mancando le ultime cose, c’è ancora il cantiere chiuso perché il ponte non è sicuro per chi ci passa».

A disegnarlo, progettarlo e seguire i lavori sono stati gli architetti Alessio Marini e Andrea Chiappetti di Arkteam di Ascoli Piceno e l’ingegner Federico Palestini di Go Engineering di San Benedetto del Tronto. «Ci siamo sostenuti a vicenda durante tutto il percorso di realizzazione dall’inizio fino a oggi, che stiamo facendo la chiusura dei lavori», dicono i tre tecnici, ormai alla fine dell’opera. Quello che manca sono ritocchi vari, i due archi minori lato Marina Palmense mentre quello più grande, lato Porto San Giorgio, dovrebbe «arrivare, come l’illuminazione, prima dell’inaugurazione». Compresi nell’opera ci sono i due tratti di ciclabile (965 metri su Porto San Giorgio, 415 lato Marina Palmense), più 120 metri di ponte. Pista azzurra, divisa in due corsie, con a lato un marciapiede per i pedoni: a sostenere l’impalcato le due grandi arcate che dalla base svettano in alto allargandosi verso la collina e verso il mare. «L’idea – spiegano i due architetti dell’Arkteam – era quella di unire le due città, aprendo il collegamento con il ponte. E le arcate sono state volute aperte per un aspetto scenografico, che coinvolgesse entrambe le città». Quasi un arcobaleno. Non è altissimo, rispetto al fiume sottostante. «L’altezza – spiega l’ingegnere Palestini – è di un metro e mezzo rispetto alla massima della piena del fiume». Arrivare all’inaugurazione, con le mille difficoltà, non era scontato. Sei lunghi anni, durante i quali, dopo l’assemblea, è stato presentato il progetto. Fatto a quattro mani dalle due città, con Porto San Giorgio che ha curato allora la parte burocratica, e Fermo che poi ha fatto prima la gara e poi la realizzazione. A marzo 2018 il progetto è stato presentato, poi finanziato qualche settimana più tardi, quindi la gara e la prima assegnazione dei lavori nel 2019. La preparazione del cantiere, l’istituzione e poi lo stop totale con il lockdown per via del Covid nel 2020. Quindi alla ripresa dei lavori sono iniziati i primi problemi, la difficoltà per la ditta di sostenere i costi dell’aumento dell’acciaio e quindi la rescissione del contratto. Il nuovo affidamento, la realizzazione nel Teramano del resto dell’impalcato, delle arcate e quindi la posa in opera e l’effettiva costruzione.

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