FERMO É il cuore dell’ospedale di Fermo, il luogo dove confluiscono tutti i campioni prelevati dai pazienti per le analisi: tutti i reparti funzionano perché lì si analizzano e si studiano i materiali biologici prelevati. L’unità operativa complessa di patologia clinica è strutturata in diversi laboratori, con un sistema che consente di effettuare analisi rapide anche fuori dall’ospedale. «Non siamo un “numerificio” – ha commentato il primario Emanuela Moriconi – nel senso che non ci limitiamo ad eseguire compiti. Con il Covid è emersa forte la nostra funzione di supporto ai clinici, nell’effettuare le diagnosi».
La prossimità
Proprio nel periodo pandemico, ha evidenziato Moriconi, si è riscoperta l’importanza della prossimità: «Abbiamo dei moduli trasportabili che permettono di fare analisi velocemente anche a pazienti a letto, fuori dal Murri.
I test
Si fanno test diagnostici, per livelli, ci sono gli esami basati sulla microbiologia e, a questo proposito, Moriconi ha detto che con la direzione già si è confrontata perché, ha spiegato, «abbiamo l’obiettivo di possedere un “fast microbiology”, un macchinario che, per individuare patogeni responsabili di infezioni, permette di passare dalle attuali 48 ore necessarie, a 24». Per questo ci vorrà del tempo, ma intanto il laboratorio continua a svolgere le sue funzioni, tra le quali ci sono anche quelle delle indagini virologiche. «I dati devono essere attendibili – ha detto Grinta – per questo il rapporto con i clinici è importante». Essenziale però è il controllo qualità e Moriconi ha spiegato che ne fanno due. «Il primo, giornaliero – ha detto – è interno. Facciamo controlli tutti i giorni in tutte le attività e siamo collegati per i controlli esterni con le regioni. In questo periodo siamo collegati con la Lombardia».
La rete
Reti per controlli, ma anche reti di prelievo e nel Fermano sono 8 i punti esterni al Murri: Amandola, Montegiorgio, Petritoli, Montegranaro, Sant’Elpidio a Mare, Porto Sant’Elpidio, Porto San Giorgio e ovviamente anche Fermo. «Nel 2023 – hanno detto Moriconi e Scarponi – ci sono state circa 2milioni e 400mila richieste interne e un milione e mezzo di esterne». Sempre al piano -2 vengono studiate le patologie autoimmuni, si studia la celiachia che, ha evidenziato Moriconi, «non si può dire con certezza che ci sia un aumento della frequenza, piuttosto il fatto che si conosce, permette di identificarla meglio. C’è poi tutto il settore dell’anatomia patologica e citologica, che fa gli screening su fluidi e anche sui prelievi da biopsie». Un servizio che opera in stretto contatto in particolare con oncologia, ginecologia, urologia, otorino che, ha aggiunto Moriconi, nel 2023 ha fatto registrare «7mila diagnosi, 800 in più degli anni precedenti, dovuto sia ai recuperi dopo gli stop per il Covid e anche alla crescita delle patologie tumorali». L’unità della Moriconi di fatto supporta il 70% delle diagnosi cliniche. Un funzionamento attuato, si diceva con 10 medici e 27 tecnici di laboratorio, ma forse ne servirebbero di più. «Lavoriamo h24 - dice Scarponi – dobbiamo coprire non solo le attività, ma anche la turnistica, stanno uscendo avvisi e bandi, ma i tecnici non si trovano. Nella prossima sessione di laurea, per esempio, ci sarà un solo laureato per fare il tecnico di laboratorio biometrico».