FERMO - Ricordare, agire e investire sul futuro, che nel caso del centenario di una scuola, come nel caso dell’Itet Carducci-Galilei, vuol dire dare un’occhiata alla storia, facendolo nel presente e servendosi oggi dei principi fondanti di allora, per andare avanti verso un futuro migliore.
Un po’ questo il senso delle celebrazioni per il centenario dell’istituto promosso dalla scuola e dall’associazione ex allievi, che chiamano a raccolta il popolo degli ex studenti, per fornire un ricordo, un dettaglio, un particolare della propria esperienza scolastica.
La rete
«Metteremo online nei prossimi giorni – dice la dirigente Cristina Corradini – un form, una scheda da compilare, così chi vuole e non potrà essere presente nell’evento clou, potrà comunque dire e dare la propria memoria».
La cerimonia
«Ero presente – ricorda Ferroni -. Insieme agli alunni, frequentavo il primo anno, e da allora la scuola è molto cresciuta. Ricordo il biennio fatto nei pressi dell’arco di San Giuliano, il terzo nella sede centrale, e poi gli altri due anni qui». La presentazione nell’aula magna dell’istituto, un tempo la vecchia palestra. Ferroni ricorda anche che «tra gli anni ‘70 e ‘80 ci fu un vero boom per questo tipo di diplomi, il ragioniere era richiesto, soprattutto da tutti quelli che avevano la piccola fabbrica di scarpe. Con impegno e dedizione abbiamo guardato al futuro sin da allora, cercando e promuovendo nuovi indirizzi, superando la semplice partita doppia». Contabilità a parte, quel che sta facendo l’istituto è andare proprio a scartabellare anche gli archivi della scuola.
«Non vi dico – ribadisce la dirigente Corradini – l’emozione nel vedere nomi e date di nascita del secolo scorso, la memoria ci serve per capire cosa di buono ha lasciato il vecchio e come lo si può usare oggi per continuare a dare un ottimo diritto allo studio». Tutto made in scuola, fatto da alunni e docenti, come il logo del centenario studiato dal professor Novelli e i suoi studenti. Un 100, dentro cui ci sono le lettere “c g” (per Carducci Galilei), contornati da tanti pixel, che rappresentano i vecchi mattoni utilizzati per costruire il fabbricato, più moderno, adatto agli indirizzi come quello grafico, giunto al quinto anno. «Qui c’è l’innovazione» dice Corradini ricordando che quella è la mission di ogni scuola. L’orgoglio di chi ci ha studiato, è anche quello dell’ex allievo Fabio D’Erasmo.
Le classi
«Noi ci siamo stati e per noi che abbiamo studiato qui - rimarca - è un orgoglio sentire i numeri delle iscrizioni». Numeri che per la parte dei geometri hanno fatto formare una classe da 30 alunni. «Quello che manca oggi – conclude la preside – forse era la diversa percezione di quanto la scuola fosse importante in una giornata».