FERMO - Allarme rincari, fra le categorie più colpite c’è quella degli anziani alle prese con le bollette impazzite e i servizi sempre più costosi. Un’emergenza nell’emergenza per chi spesso vive con poco più di mille euro al mese e deve sostenere spese molto elevate, a partire da quelle per la sanità. A tirare le somme sul caso il report effettuato nell’anno appena andato in archivio, quando in provincia di Fermo sono state erogate 67.618 prestazioni pensionistiche.
I distinguo
Di queste, l’84% (56.599) sono prestazioni previdenziali, mentre le restanti 11.019 sono prestazioni assistenziali (pensioni sociali e per invalidi civili).
Con la legge di bilancio 2023 è stato fatto un piccolo ma significativo passo avanti. Viene stabilito che il tasso di rivalutazione annuale delle pensioni (7,3%) si applichi per il 100% a tutte le pensioni il cui importo arriva fino a 4 volte il trattamento minimo (circa 2.100 euro mensili). In provincia di Fermo questa rivalutazione interessa circa 62mila pensioni. Grazie all’azione di pressione svolta dalla Cisl e dalla Fnp Nazionali sul Governo, è stato approvato anche un emendamento che determina l’incremento, dall’80 all’85%, della percentuale di rivalutazione delle pensioni con importo che va da 4 a 5 volte il trattamento minino».
I confronti
Un’operazione che garantisce un adeguamento di circa 150 euro al mese per le pensioni tra i 2.000 e i 2.500 euro lordi, che in provincia di Fermo sono circa 3mila. I trattamenti di importo superiore verranno rivalutati secondo percentuali differenti, calcolate su 4 scaglioni di importo ( da 2626,91 a 3152 3,87% ,da 3152,29 a 4203,04 3,43% ,da 4203,05 a 5253 2,7% oltre 2,34%. «Ora la la Fnp, insieme alla Cisl, chiede al Governo l’apertura di un tavolo di confronto per una modifica complessiva del sistema previdenziale, con la quale affrontare le tante questione aperte. Oltre a quella della rivalutazione dei trattamenti, segnaliamo la necessità di introdurre maggiore flessibilità in uscita dal mercato del lavoro, di introdurre una pensione di garanzia per i giovani precari e di riconoscere ai fini previdenziali il lavoro di cura svolto dalle donne, specie nei confronti delle persone anziane e non autosufficienti».
I problemi
«Proprio la non autosufficienza - rimarca - è una vera e propria emergenza sociale, che nella nostra regione coinvolge più di 75.000 persone. Di queste, solo il 32% beneficiano di servizi pubblici residenziali, diurni o domiciliari. Il restante 68% deve cavarsela da solo, con il sostegno dell’indennità di accompagnamento (€ 525,11 mensili) e ricorrendo alle assistenti familiari private, che ufficialmente nelle Marche sono 14.061, ma delle quali se ne stimano circa il triplo. Da questo punto di vista è positiva l’approvazione dello “Schema di disegno di legge in materia di assistenza agli anziani non autosufficienti”, i cui Decreti attuativi vanno approvati entro il 1° marzo 2024».