Lo scoramento dei bagnini: «In spiaggia con le mascherine? Forse è meglio restare chiusi»

Lo scoramento dei bagnini: «In spiaggia con le mascherine? Forse è meglio restare chiusi»
Lo scoramento dei bagnini: «In spiaggia con le mascherine? Forse è meglio restare chiusi»
di Sonia Amaolo
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Sabato 18 Aprile 2020, 10:52

FERMO - Spiagge riaperte ai primi giugno nelle Marche. L’assessore al turismo ci punta, dopo il decreto del presidente che riavvia la manutenzione degli chalet. La notizia rincuora a metà, e per certi versi preoccupa. La prima domanda su tutte è: in che condizioni si potrà riaprire? Con mascherine, guanti, distanze di sicurezza, box in plexiglas di 4,5 metri a lato? I balneari si pongono il problema dell’economicità del servizio. Differenze ce ne sono all’interno della categoria, c’è chi vive di sola spiaggia, chi di ristorazione, chi di intrattenimento notturno. Per tutti la soluzione è di là da venire. 

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E qualcuno pone il problema della responsabilità sui bagnanti. In parole povere: se un cliente si becca il corona nello stabilimento il gestore avrà problemi? E poi c’è la distanza di sicurezza, come garantirla tra bambini che fanno castelli sulla sabbia? Qual è la distanza ideale tra ombrelloni? Pensando a quel che sarà tra due mesi gira la testa. Romano Montagnoli rappresenta il Sib e gestisce lo chalet Windsurf a Porto San Giorgio: «Il ritardo accumulato è recuperabile – dice - ma bisogna capire a quali condizioni dovremo riaprire, dobbiamo portare a casa la pelle e non c’è una soluzione per tutti».
 
Andrea Di Santo del Pepenero a Porto Sant’Elpidio aggiunge che «noi elpidiensi abbiamo anche il problema dell’erosione e a proposito di scogliere emerse non sappiamo se sarà rispettata la data di inizio lavori nel 2021». Pepenero è rinomato per la ristorazione, dimezzare i posti a tavola ha un costo, come dover misurare la temperatura ai clienti e raddoppiare il servizio di igiene e sanificazione dei bagni. Ripensare un servizio da zero è come avviare una nuova attività. Ci vorrebbero finanziamenti a fondo perduto. Ci sono Comuni che, con i risparmi degli eventi stoppati, hanno impegnato risorse per sostenere attività di rilancio dell’economia, come quelle a vocazione turistica. Di Santo lancia l’idea del take-away: «ci permettessero almeno di fare servizio d’asporto» avverte, ma a proposito di spiaggia è risoluto: «sarà peggio aprire che stare chiusi, pensiamo solo che significa stare sotto 40 gradi con la mascherina. È un disastro annunciato da mesi. Stato e Regioni devono farsi carico della chiusura totale delle spiagge, adottando misure concrete a salvaguardia di migliaia di imprenditori. Non è economicamente sostenibile una stagione che partirà in netto ritardo e con le restrizioni facilmente intuibili». 
A Lido di Fermo Maria Adele Luzi dello chalet Ondina rimarca un po’ lo stesso concetto «se alla gente si chiede di venire al mare con le mascherine lasciamo perdere subito! Per il momento puliamo la spiaggia, che era in pessime condizioni, poi si vedrà se e come ripartire». Andrea Serafini dello chalet Marakaibo a Porto San Giorgio ammette «ad oggi qualsiasi ipotesi è sbagliata perché non sappiamo quale sarà l’evoluzione dell’epidemia».

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