Quel motore da proteggere delle aspirazioni dei giovani

Quel motore da proteggere delle aspirazioni dei giovani

di Sauro Longhi
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Lunedì 24 Maggio 2021, 11:30 - Ultimo aggiornamento: 4 Giugno, 21:24

Ancona non è Firenze. Le due città pur essendo equidistanti da Roma, si raggiungono in treno in tempi molto diversi tra loro: 90 minuti per Firenze e 230 minuti per Ancona. Ora, l’unico progetto del PNRR che riguarda le Marche, fa riferimento al progetto di potenziamento della linea ferroviaria, che unisce il capoluogo con Roma, con la previsione di ridurre il viaggio di soli 15 minuti; in queste condizioni è certo che il nostro ritardo infrastrutturale resterà immutato e poco gioveranno i fondi stanziati dal piano nazionale di ripresa. Per non parlare del tratto sud dell’autostrada A14 dove sono ripresi i lavori di manutenzione con file interminabili, tanto da rendere più vantaggioso attraversare il sud delle Marche utilizzando la vecchia SS16. Spero che la Regione possa usufruire delle altre misure previste nel PNRR, per potenziare l’assistenza sanitaria, la digitalizzazione e la transizione ambientale che sarà prevalentemente una transizione energetica. Ma per tutto questo sono necessarie capacità di visione, di progetto e di organizzazione che vanno messe in campo subito da chi ha la responsabilità politica e amministrativa della Regione. Mi auguro che qualcuno ci stia lavorando o almeno pensando. L’altro aspetto, che ci deve far riflettere, è il vincolo sui tempi molto stretti per realizzare queste opere. Sono le condizioni imposte dall’Europa e sottoscritte dal Governo. Per riuscire in questo sembra che si vogliano introdurre delle semplificazioni nelle regole della gestione degli appalti, con procedure autorizzative ridotte o cancellate da parte degli enti preposti e con specifiche strutture dedicate allo sviluppo del progetto, di fatto togliendo controlli con possibili ripercussioni sulla coerenza dei costi, sulla trasparenza delle scelte e forse sulla qualità del lavoro e sui diritti dei lavoratori. Vale la pena rischiare quanto costruito in termini di legalità, equità e sicurezza per ridurre di 15 minuti il viaggio verso Roma? Un altro aspetto che rende complessa la realizzazione del programma di ripresa è il numero impressionante di riforme che devono accompagnare il piano. Il Governo si è impegnato a riformare la giustizia, almeno quella civile, la pubblica amministrazione, il fisco, il mercato del lavoro, la concorrenza e gli appalti. E su questo fronte le difficoltà non saranno poche, con una maggioranza poco coesa e con differenti visioni anche tra loro contrapposte. Ne abbiamo già avuto i primi avvisi in termini di giustizia e fisco. Sulle riforme vi saranno le maggiori difficoltà. Le infrastrutture, con tecnici competenti, si realizzeranno nei tempi richiesti, ma per le riforme il percorso sarà molto più difficile. Anche perché richiedono tempo ed il Governo non ne dispone di molto, da dodici a ventiquattro mesi e anche su questo punto la maggioranza non è coesa, c’è infatti chi punta a terminare l’esperienza di governo nel più breve tempo possibile senza fare nessuna riforma. Tutti aspetti su cui è difficile fare previsioni. Per fortuna il piano di vaccinazione sta procedendo bene, almeno con le dosi di cui disponiamo, e la situazione pandemica sembra attenuarsi, i numeri sono in costante diminuzione, compreso quello dei decessi.

Se la tendenza sarà confermata, con un sempre maggior numero di persone vaccinate, si potranno riprendere le tante attività economiche rimaste purtroppo chiuse. Nell’incontro sulla sanità nel mondo, Global Health Summit di Roma della scorsa settimana, si sono ancora una volta condannati i nazionalismi sanitari ma la liberalizzazione temporanea dei brevetti è rimasta ancora una ipotesi e non una opzione. Come ho ricordato su queste colonne, i vaccini sono come l’acqua, un bene comune e la pandemia si sconfigge solo vaccinando tutti, comprese le popolazioni dei Paesi meno sviluppati dove il virus sta mutando, annullando le difese dei vaccini. I nazionalismi non aiutano il superamento della pandemia. Come possiamo aprirci al mondo e ospitare i turisti se il virus continuerà a mutare? La green card da sola non sarà sufficiente. Ora che la pandemia sembra attenuarsi ricompaiono fatti che speravamo di non vedere mai più: di nuovo bambini morire sotto le bombe e affogare in mezzo al mare. Come se fossero eventi che non ci interessano, che riguardano altre parti del mondo e altre persone, non noi. Avevamo ripetuto tante volte che nulla doveva essere come prima, ma sono bastati un po’ di vaccini e si è ripreso a fare tutto come prima. Forse l’isolamento forzato imposto e la paura di non riuscire a sconfiggere il virus, ci avevano illuso, facendoci sperare di cambiare, migliorare e non sbagliare più. Invece in pochi giorni si è ritornati da dove si era partiti. Sono ancora convinto che per un vero cambiamento dovremo contare sui più giovani, che sono i più attenti al contrasto delle diseguaglianze sociali e dei cambiamenti climatici e anche i più coinvolti. Loro in questo mondo sono appena arrivati e hanno appena iniziato ad attraversarlo e a conoscerlo. Sono certo che saranno capaci di miglioralo. Così è stato nel recente passato, appena terminata la più devastante delle guerre e il più terribile dei genocidi, si è ripreso un percorso democratico di crescita non solo economica, ma soprattutto sociale e culturale, per garantire equità e partecipazione. Vi era la voglia di crescere, condividere, ascoltare e imparare. Ora a noi il compito di aiutarli, a partire dalla scuola, riservando risorse, ma soprattutto, lasciando loro le nostre esperienze per evitare che possano commettere gli stessi errori. Aiutarli a riconoscere il proprio “demone” senza eccedere, come ci ricorda Ivano Dionigi nel suo ultimo libro, per dare ad ognuno la possibilità di esprimersi e seguire le proprie aspirazioni e i propri progetti, nel rispetto di tutti, cercando di aiutare gli altri. Certo difficile, ma non esiste altra strada.

*Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione Facoltà di Ingegneria Università Politecnica delle Marche
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