Investire in capitale umano attira i capitali finanziari

Investire in capitale umano attira i capitali finanziari

di Sauro Longhi
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Lunedì 11 Marzo 2024, 04:10

Le startup sono aziende spesso caratterizzate da un alto contenuto tecnologico, da forti potenzialità di crescita e da collaboratori prevalentemente giovani. Per svilupparsi hanno bisogno di idee innovative e di una certa agilità finanziaria soprattutto nelle fasi iniziali, in sintesi hanno bisogno di un ecosistema capace di generare capitale umano e di predisporre capitali finanziari.

Esistono finanziamenti pubblici nazionali e regionali per agevolare la loro costituzione. Ma come Paese ancora non brilliamo, vi sono solo 10 paesi che stanno peggio di noi. In Italia ogni centomila abitanti vi sono 1,6 startup contro le 22,6 degli Sati Uniti, primo paese Ocse della graduatoria elaborata da Utility Bidder nel progetto Entrepreneurial Countries Index. Ma, la sorpresa più interessante è il secondo posto dell’Estonia con 22,1 startup ogni centomila abitanti. Un Paese con un numero di abitanti paragonabile alle Marche ma con una grande capacità di sviluppare aziende fortemente innovative in settori ad alta tecnologia. Secondo i dati della Camera di Commercio regionale, una capacità paragonabile a quella presente nelle Marche, almeno nel numero delle startup.

Da sempre le Marche in questo settore sono ben sopra la media nazionale assieme ad alcuni territori nelle aree più sviluppate del Nord. Un risultato reso possibile dalla ricchezza del sistema universitario delle Marche, e confermato dal fatto che gran parte delle startup regionali nascono a ridosso delle sedi delle 4 Università. Una ricchezza che andrebbe accresciuta prendendo consapevolezza su quanto abbiamo e soprattutto su come incrementarlo istituendo una scuola superiore universitaria simile al Gran Sasso Science Institute, recentemente costituita all’Aquila, al pari del sistema universitario Toscano dove assieme alle università esistono tre scuole superiori universitarie: Imt di Lucca, Normale di Pisa e Sant’Anna di Pisa.

Un istituto di ricerca di alta specializzazione capace di attirare talenti e di mettere in sinergia i vari laboratori e strutture di ricerca presenti nelle Università della Regione per contribuire allo sviluppo di tematiche di studio di primario interesse, sull’intelligenza artificiale e la sicurezza cibernetica, sui nuovi materiali, sulla difesa ambientale, sugli obiettivi di sviluppo sostenibili raccolti nell’Agenda 2030 dell’Onu.

Sono sempre più convinto che le sfide che ci attendono si possano vincere solo investendo nella conoscenza e nella formazione di giovani competenti e coraggiosi capaci di interpretare il presente e immaginare il futuro. Investire in capitale umano competente può attirare capitali finanziari, il viceversa non sempre funziona.

Per questo tipo di investimento ci vogliono visioni lungimiranti, per formare un bravo ingegnere ci vogliono 5 anni, un bravo medico 10 anni, e non esistono scorciatoie. Non sempre nei progetti di sviluppo economico questo aspetto viene considerato adeguatamente. Le Università stanno cambiando, non sono più torri isolate capaci di accogliere pochi eletti e dove accumulare la conoscenza ma piazze aperte all’intera società dove raccogliere e condividere conoscenza. Le Università, con le attività di ricerca e di formazione, dovranno sviluppare sempre più iniziative per incrementare l’impatto di queste azioni sul piano sociale, economico e ambientale.

Attività spesso indicate di Terza Missione, secondo me la vera Missione dell’Università, utili alla creazione di ecosistemi dove la conoscenza alimenta l’economia e la società, per ridurre diseguaglianze ed iniquità. Questa missione nelle Università sta crescendo, se ne potranno vedere i risultati nei prossimi anni, ma parallelamente devono poter crescere attorno le infrastrutture per facilitare queste iniziative, le piazze dove condividere la conoscenza, compito questo di chi ha responsabilità politiche ed amministrative.

Contribuire alla costituzione di startup, aiutare giovani studenti a credere nelle proprie idee, a costituire imprese non necessariamente su capitali ma anche su basi di cooperazione, creare progetti per creare ricchezza e lavoro per sé e per gli altri. Sarà anche un modo per trattenere i nostri talenti e attirane tanti altri. Talenti rari e preziosi di cui avremo sempre più bisogno.

* Dipartimento di Ingegneria dell’informazione Facoltà di Ingegneria Università Politecnica
delle Marche

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