Lavoro e diritti per il futuro: servono risposte concrete

Lavoro e diritti per il futuro: servono risposte concrete

di Sauro Longhi
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Martedì 2 Gennaio 2024, 05:10

Anno nuovo, vita nuova. Con tre testimonianze provo a descrivervi cosa fare nell’anno appena iniziato. La prima è di Eleonora una giovane studentessa. Le sue preoccupazioni riguardano il futuro, la fragilità del diritto allo studio che pur essendo un principio costituzionale non è adeguato a garantire ai più meritevoli il raggiungimento dei più alti livelli di istruzione, per lei studentessa fuori sede il costo dell’alloggio è diventato insostenibile. Le sue preoccupazioni sono anche per il dopo, da laureata forse non troverà opportunità lavorative adeguate ai suoi studi, e come molte laureate e molti laureati dovrà emigrare, non più nelle regioni del nord, ma in Europa.

Queste scelte, se da un lato portano a costruire una vera cittadinanza europea, dall’altro indeboliscono i territori che vedono partire queste giovani risorse che potrebbero, se adeguatamente coinvolte e valorizzate, creare opportunità di sviluppo e crescita nei luoghi dove hanno studiato e sono cresciute. Occorre creare condizioni lavorative con contratti chiari e retribuzioni adeguate agli studi conseguiti. Sono convinto, e da molti anni lo vado ripetendo, che il miglior investimento per un’impresa è quello di assumere giovani laureati e laureate, che con il loro bagaglio di conoscenze unito all’esperienza disponibile in azienda, possono creare condizioni di crescita, di innovazione, di sviluppo.

Ma occorrono coraggio, visione e strutture organizzative per apprezzare e riconoscere il talento e retribuirlo adeguatamente. Le preoccupazioni di Eleonora riguardano anche le disparità di genere sia sul lavoro, con retribuzioni mediamente inferiori, sia sul piano sociale, con continui soprusi sempre più spesso violenti. L’enciclopedia Treccani ha individuato come parola dell’anno il femminicidio, proprio per porre l’attenzione sul fenomeno della violenza di genere. Il Presidente Mattarella ha suggerito l’unica possibile risposta che può attuarsi solo sul piano educativo, sociale e culturale: «Le donne devono essere libere di essere libere». Le tante persone che sono scese in piazza contro i femminicidi fanno sperare, ma sul piano sociale occorrono azioni più concrete per proteggere le donne, mentre sul piano educativo la scuola dovrebbe attuare progetti specifici.
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La seconda testimonianza che raccolgo è di Mattia, un giovane operaio metalmeccanico, con un contratto a tempo indeterminato ed una retribuzione netta di milleduecento euro non più adeguata al costo della vita. L’inflazione sta calando, ma gli aumenti registrati restano, il carrello della spesa nel 2023 è aumentato quasi del 25%, anche se l’inflazione si arresta questi aumenti rimangono, così nei trasporti, nei servizi, nei ristoranti, solo per fare alcuni esempi. I salari sono rimasti quasi invariati, di fatto Mattia guadagna meno di un anno fa. Difficile progettare un futuro, con una propria indipendenza, ed una casa per condividere un progetto di vita. Se il lavoro non è più sufficiente a redistribuire la ricchezza prodotta, occorre coraggio e visione per immaginare nuovi strumenti, magari ispirandosi al principio costituzionale di progressività dei contributi, chi più guadagna deve contribuire maggiormente sgravando chi guadagna molto meno. Mantenere competitive le nostre produzioni contenendo il costo del lavoro non potrà durare a lungo, mentre potrebbe essere più vantaggioso investire su innovazione tecnologica e organizzativa incrementando la produttività, ma anche per questo ci vogliono coraggio e visione, altrimenti avremo tanti più poveri e problemi che da economici diventeranno sociali.
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L’ultima testimonianza è di una nonna, Maria, preoccupata di lasciare ai propri nipoti un pianeta peggiore di come l’aveva trovato.

La pace perduta con una «terza guerra mondiale a pezzi», i cambiamenti climatici sono preoccupazioni evidenti a tutti. Occorrono coraggio e visione per difendere la pace e garantire uno sviluppo sostenibile al pianeta. Il coraggio non manca ad Eleonora, Mattia e Maria, spendiamo l’anno che è appena iniziato per dare risposte concrete alle persone coraggiose, altrimenti il nuovo anno sarà quasi sicuramente peggiore di quello appena concluso.

* Dipartimento di Ingegneria dell’informazione Facoltà di Ingegneria Università Politecnica 
delle Marche

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